Notizie storiche
Le prime citazioni del Lambrusco Marani risalgono al 1958 (Cosmo). Era probabilmente presente però da molti anni nel territorio reggiano. Per assonanza, potrebbe forse trattarsi del “lambrusco Barani” noto sino dalla fine del 1800 (Pizzi, 1891; Casali, 1915).
L'analisi della distanza genetica calcolata per 12 microsatelliti (Boccacci et al., 2005) ha rivelato la stretta vicinanza con Fogarina e il raggruppamento con altri Lambruschi, che riporta all'ipotesi di una possibile origine comune.
Diffusione e variabilità
È il terzo vitigno in provincia di Reggio Emilia, con 695 ettari coltivati, presenti soprattutto nella pianura; è coltivato in provincia di Modena su 108 ha; è presente anche nel Mantovano.
Caratteri agronomici
È pianta vigorosa, ad elevata produttività e dotato di buona fertilità basale delle gemme. È varietà poco sensibile alle principali avversità. Può presentare il disseccamento del rachide.
Prodotti
L’uva del Lambrusco Marani entra in percentuali variabili nella produzione di diverse tipologie di vino nelle DOC Reggiano, Colli di Scandiano e di Canossa e Lambrusco mantovano è vitigno complementare nei vini DOC modenesi Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce e Modena o di Modena.
Il vino ha colore rosso rubino vivo, è fresco, con acidità elevata e sapido, armonico, fragrante, con delicato profumo di marasca e viola. È utilizzato per la produzione di vini frizzanti, in genere in taglio con altri Viene imbottigliato giovane. Viene utilizzato in purezza per produrre vini spumanti e frizzanti bianchi (Lambrusco bianco).