Introduzione

Il Database Viticolo Italiano (VitisDB) offre la consultazione pubblica e gratuita delle informazioni relative alla caratterizzazione della biodiversità viticola, per agevolare l’identificazione delle varietà di vite e la loro conoscenza a fini applicativi. Inoltre, il VitisDB è interrogabile dall’utente per operare varie tipologie di confronti e di ricerche, sia utilizzando dati propri che selezionando quelli presenti nel database stesso.

La corretta identificazione varietale della vite è il punto di partenza per tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di viticoltura e di enologia, per le molteplici implicazioni legate alla gestione del vigneto, al rispetto della normativa, allo studio ed al confronto dei dati sperimentali, alla conservazione della biodiversità. L’elevato numero di varietà, la loro forte eterogeneità morfologica e la presenza di numerose sinonimie (medesimo vitigno indicato con nomi diversi) e omonimie (vitigni diversi indicati con lo stesso nome) rende l’identificazione varietale della vite particolarmente complessa.

In viticoltura la “varietà” o “vitigno” è l’insieme delle piante che hanno un’origine zigotica comune, essendo derivate per propagazione vegetativa dallo stesso semenzale originario. Nelle piante così moltiplicate possono comparire nel corso del tempo delle variazioni genetiche ereditabili dovute a mutazioni puntiformi (variazioni somatiche), tanto più frequenti quanto più il vitigno è antico e propagato. La variazione che si manifesta fenotipicamente a livello di morfologia (ampelografia), fasi di sviluppo (fenologia) e qualità della produzione, se è interessante e stabile, cioè se si mantiene con la propagazione vegetativa, costituisce uno dei presupposti della selezione clonale. Da questo punto di vista, il clone è un gruppo omogeneo di individui propagati per via vegetativa da un’unica pianta iniziale detta “pianta madre del clone” o “testa di clone”, che si differenzia dagli altri cloni della medesima varietà per alcune lievi caratteristiche morfologiche, fenologiche e produttive. Gruppi di cloni accomunati da evidenti caratteristiche ampelo-feno-produttive che li distinguono chiaramente dagli altri cloni della medesima varietà costituiscono il “biotipo” (es.: Sangiovese a grappolo grosso, Sangiovese a grappolo piccolo; Catarratto peloso, Catarratto lucido, Catarratto extralucido). Le variazioni di tale tipologia di considerevole interesse enologico hanno indotto a considerare come vitigni diversi quelli che effettivamente sono biotipi della stessa varietà, come, per esempio, i mutanti per il colore dell’uva del Pinot nero, cioè il Pinot grigio ed il Pinot bianco. Avere consapevolezza della storia e quindi dell’origine di queste varianti somatiche è importante sia per gli studiosi che per gli altri attori della filiera viticolo-enologica, perché esse mantengono le caratteristiche salienti del vitigno originario.

Nel VitisDB gli elementi fondamentali identificativi delle varietà sono il profilo molecolare del DNA prodotto con un set standard di 9 marcatori microsatellite o SSR (Simple Sequence Repeats), 30 descrittori ampelografici, fotografia di germoglio, foglia adulta e grappolo. In questo modo, la corretta associazione tra il nome della varietà ed il materiale biologico corrispondente deriva dall’integrazione della caratterizzazione morfologica con il profilo molecolare, sia nella fase di studio che per la condivisione delle informazioni. I 9 SSR e i 30 descrittori ampelografici minimi scelti a questo scopo derivano dall’esperienza acquisita dagli studiosi a livello internazionale per distinguere le varietà di vite e sono armonizzati secondo procedure di rilevamento e standardizzazione che riducono gli errori e la soggettività al fine di agevolare il confronto. Il materiale fotografico riassume e correda parte delle descrizioni ampelografiche con le immagini degli organi principali della pianta.

I descrittori ampelometrici, fenologici & produttivi, agronomici e la composizione chimica dell’uva (zuccheri, pH, acidità, fenoli e aromi) sono disponibili per le singole accessioni. Nel VitisDB è possibile inserire tutti i descrittori riportati nell’ultima revisione OIV (2009) e qualsiasi dei marcatori SSR riportati in letteratura.