Vitigno base di ottimi vini, coltivato in tutta la Sardegna, in particolare il Sulcis che è la sua zona d’elezione. Storicamente la prima citazione sembra essere quella dell’Odart (1845) che ritiene sia originario della Spagna e anche di «recente creazione» (per l’epoca, ovviamente). Non si hanno notizie certe sulla sua presenza nel passato in Sardegna, anche se, oltre al Sulcis, va detto che è risultato presente anche nei vecchi vigneti di Ogliastra (dove viene chiamato Canulare), Barbagia, Mandrolisai (dove viene chiamato Muristellu lobau, Aniga de San’Antiogu o Cagnulari). Tuttavia il Cagnulari diffuso in Sardegna in realtà è un vitigno differente, si tratta di un caso di falsa omonimia. Il Carignano non è citato dall’Angius, né dal Cettolini, e nemmeno dal Cara. La stranezza è dovuta al fatto che il Cettolini non la cita nemmeno tra le uve introdotte a scopo di studio.
Su base di 22 SSR sono state accertate le corrispondenze con le seguenti accessioni sarde: Bovale grande di Spagna, Canulare di Triei, Muristellu lobau di Ula Tirso, Tintillu. Come già detto falsa invece l’attribuzione al Bovali mannu (sinonimo di Cagnulari).
Il Carignano trova numerose corrispondenze anche a livello internazionale: Carignan noir (Francia), Cariñena mazuela (Spagna), accertati su 22 SSR; Mazuela (Spagna) e Nerello cappuccio (accertato su 9 SSR); Granaccio di Savona (accertato su 6 SSR).