Questa varietà condivide più del 50% degli alleli con molti altri vitigni. Il dendrogramma, in accordo con i dati in tabella, la colloloca nel cluster genetico degli Albaranzeuli e dei Girò, con i quali esiste certamente una relazione.
Erroneamente confusa con il Retagliadu, in realtà la Mara bianca presenta in comune con questi solo la tardiva epoca di maturazione (in realtà ancora più tardiva). Le osservazioni sono state fatte sulla popolazione presente nel campo di germoplasma di Agris e riconducibile, come origine, al campo di conservazione del Centro Regionale Agrario Sperimentale frutto di indagini effettuate nei primi anni ’60 del secolo scorso. Non vi sono citazioni di autori riferiti a questo vitigno, ad eccezione dell’Angius che parla di un vitigno Mara (presumibilmente bianco), localizzato nel comune di Banari-Usellus, l’odierna Villaverde. E’ il vitigno a maturazione assolutamente più tardiva, tra quelli conservati, ed è utilizzabile solo in ambienti molto caldi e dotati di un autunno molto mite. Anche per questo vitigno non è stata trovata nessuna varietà corrispondente nelle banche dati disponibili, e pertanto è opportuno considerarlo un “unicum”.