Se si considera il sinonimo ‘Peigin’ o ‘Peisin’ (forse forma dialettale di ‘Perosino’), tipico di una zona dell’alto Monferrato tra Ovada e Acqui Terme e attualmente quasi scomparso, la prima citazione del vitigno potrebbe essere quella di filari “tres Perosios” piantati nel 1602 nella medesima area geografica (Prosperi et al., 2006).
Al di là di questa ipotesi, le prime informazione certe su questo vitigno vengono dal conte De Cardenas nell’opera “Delle viti italiane” di Giuseppe Acerbi (1825): egli però non lo descrive, ma lo indica presente nel circondario di Valenza (in provincia di Alessandria).
Informazioni più dettagliate ci vengono fornite da Giorgio Gallesio, che attraversò l'Alessandrino in alcuni dei suoi frequenti viaggi di studio. A partire dal 1831 troviamo nei suoi “Giornali di viaggio” recentemente pubblicati (1995) alcune informazioni sulla Barbera bianca, presente in val Bormida e nella zona di Novi Ligure, e sul Bertolino o Carica l'asino dell'Acquese (suoi sinonimi locali) nella 'Fraschetta' di Alessandria, la pianura alessandrina, un tempo densamente alberata. Entrambe le due ultime varietà vengono infatti descritte come ad acino ellittico e lo stesso Gallesio afferma della Barbera bianca vista nel Novese che “I suoi acini oblonghi la fanno credere l'uva del Monferrato detta Carrica l'asino”, intuendo quindi l’identità dei due vitigni.
Anche nell'opera di Demaria e Leardi (1875) viene descritta la cultivar Bertolino di cui si riscontra la sinonimia con il Carica l'asino, con la Barbera bianca e con una varietà detta nel Novese 'Uva ovata'.