Sui vitigni chiamati Brachetto non si hanno informazioni storiche certe, anche perché con questo nome si sono sovente designate cultivar diverse, generalmente ad uve aromatiche, ma talora anche a sapore semplice. Il Brachetto ‘con aroma particolare’ descritto da Giorgio Gallesio (1817-39) va identificato non con il Brachetto che qui trattiamo bensì con il vitigno che dava origine al celebre vino da dessert Bellet nei pressi di Nizza Marittima. Nel corso dei suoi viaggi di studio, però, lo stesso autore annota la presenza di un Brachetto ad uva aromatica in diverse zone dell’Astigiano e dell’Alessandrino, e nel settembre del 1834 lo descrive sommariamente a Costigliole d’Asti (1995, postumo). E’ questa la prima citazione certa di un vitigno con questo nome in Piemonte, in quanto non se ne fa menzione in testi precedenti, anche se specifici per le attuali zone di coltura del Brachetto. Un Brachetto aromatico coltivato nell’Alessandrino viene citato un poco più tardi da Demaria e Leardi (1875) e tale vitigno, anche se erroneamente indicato come identico a quello nizzardo, pare corrispondere al Brachetto qui trattato, iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite e descritto ufficialmente da Dalmasso e collaboratori (1960).