Brachetto: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Ruffa P., Raimondi S., 2013. Brachetto. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Brachetto
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_38
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
40
nome ufficiale
Brachetto N.
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Brachetto d'Acqui
denominazioni errate (1)
denominazioni errate indicate dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati (3)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Sui vitigni chiamati Brachetto non si hanno informazioni storiche certe, anche perché con questo nome si sono sovente designate cultivar diverse, generalmente ad uve aromatiche, ma talora anche a sapore semplice. Il Brachetto ‘con aroma particolare’ descritto da Giorgio Gallesio (1817-39) va identificato non con il Brachetto che qui trattiamo bensì con il vitigno che dava origine al celebre vino da dessert Bellet nei pressi di Nizza Marittima. Nel corso dei suoi viaggi di studio, però, lo stesso autore annota la presenza di un Brachetto ad uva aromatica in diverse zone dell’Astigiano e dell’Alessandrino, e nel settembre del 1834 lo descrive sommariamente a Costigliole d’Asti (1995, postumo). E’ questa la prima citazione certa di un vitigno con questo nome in Piemonte, in quanto non se ne fa menzione in testi precedenti, anche se specifici per le attuali zone di coltura del Brachetto. Un Brachetto aromatico coltivato nell’Alessandrino viene citato un poco più tardi da Demaria e Leardi (1875) e tale vitigno, anche se erroneamente indicato come identico a quello nizzardo, pare corrispondere al Brachetto qui trattato, iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite e descritto ufficialmente da Dalmasso e collaboratori (1960).

diffusione & variabilità

A proposito degli omonimi Brachetto, Dalmasso scriveva “è uno di quei vitigni che più han dato da fare agli ampelografi, perché evidentemente più di uno di essi lo ha confuso con altri vitigni del tutto diversi” (Dalmasso et al., 1960).

Più recentemente si sono osservati in Piemonte e descritti almeno quattro distinti Brachetto ad uva aromatica (Schneider et al., 1990, 1994): il Brachetto (o Brachetto di Acqui), l’unico ufficialmente riconosciuto, il Brachetto cosiddetto Migliardi, che prende nome da un cognome diffuso nel comune di Montabone nell’Acquese ed è coltivato nelle stesse aree e talora insieme al precedente, ed il Brachetto a grappolo lungo o Brachettone presente nel Roero a nord del Tanaro.Tra i Brachetti non aromatici ricordiamo un Brachèt nel Canavese, nome locale dello Chatus, un Brachetto valsusino (in realtà Lambrusca di Alessandria) e, fuori dal Piemonte, il Braquet dei dintorni di Nizza (Francia) di gallesiana memoria, base dell’ormai raro vino Bellet.

Il Brachetto qui descritto è quello di principale coltura, che interessa attualmente circa 1200 ha nel Piemonte sud-orientale (ISTAT, 2010). E’ possibile che questa superficie comprenda anche una  parte del locale Brachetto Migliardi, un vitigno aromatico distinto presente nelle province di Asti e Alessandria.  Nei dintorni di Canelli il Brachetto (di Acqui) è chiamato con il fuorviante appellativo di Borgogna.

utilizzazione tecnologica

Il Brachetto è un vitigno di maturazione alquanto precoce, le cui uve aromatiche, caratterizzate da una buona acidità, presentano un profilo antocianico in cui dominano malvidina e peonidina ed una composizione terpenica a prevalenza di geraniolo e nerolo (Mannini et al., 2012).     

Dà il vino da dessert Brachetto d’Acqui spumante o a tappo raso, caratterizzato da aromi fiorali e fruttati e con residuo zuccherino più o meno pronunciato. Dal 2011 è anche possibile ottenerne la tipologia Passito.

bibliografia (8)
autori anno titolo rivista citazione
Dalmasso G., Dell'Olio G., Ricci P. 1960 Brachetto Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume I, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste (Roma)
Demaria P.P., Leardi C. 1875 Ampelografia della provincia di Alessandria Ed. Negro, Torino.
Gallesio G. 1839 Pomona italiana, ossia trattato degli alberi fruttiferi. Capurro N., Pisa, 1817-1839
Gallesio G. 1995 I giornali dei viaggi A cura di E. Baldini. Accademia dei Georgofili, Firenze.
ISTAT 2010 Censimento generale dell'Agricoltura -
Mannini F., Mollo A., Santini D., Schneider A., Raimondi S., Ruffa P., Bonifacino G., Marchese E., Paravidino E., Tragni R. 2012 I principali vitigni aromatici del Piemonte a bacca colorata Regione Piemonte (Torino).
Schneider A., Soster M., Ricci L. 1994 Guida all’identificazione dei principali vitigni ‘Brachetto’ coltivati in Piemonte. Piemonte agricoltura supplemento 3/94. Regione Piemonte (Torino).
Schneider A., Zeppa G., Gerbi V. 1990 Caratteri ampelografici e composizione chimico-aromatica delle uve di cloni appartenenti a tre cultivar piemontesi note come “Brachetto” Vignevini: Rivista italiana di Viticoltura e di Enologia 17, 1-2: 49-56
aggiornamento 17/11/2016 09:51:49 (8 anni fa)