Neretta cuneese: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Torello Marinoni D., Raimondi S., 2014. Neretta cuneese. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Neretta cuneese
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_150
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
166
nome ufficiale
Neretta cuneese N.
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
denominazioni errate (2)
denominazioni errate indicate dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

L’elevato numero di Neretti presenti sul territorio piemontese rende quanto mai difficile attribuire all’uno o all’altro le citazioni storiche, spesso poco circostanziate. Questo problema sussiste anche per le notizie riguardanti la Neretta cuneese, benché essa sia l’unica ad avere il nome declinato al femminile: è solo ipotizzabile, infatti, che le prime notizie riguardanti questo vitigno siano quelle riferite ad un ‘Niret’ di Saluzzo che il conte Nuvolone (1798) elenca tra le uve ‘di seconda qualità’.

Una citazione certa è invece quella fatta dal Di Rovasenda (1877) che non solo per primo distingue chiaramente la ‘Neiretta’ di Saluzzo da altri vitigni, ma ne elenca alcuni sinonimi allora come oggi utilizzati in altre aree del Piemonte, come quello improprio di ‘Freisa di Nizza’.

Una prima descrizione della Neretta cuneese (denominata semplicemente ‘Neiretta’) riprende le informazioni del vitigno raccolte dal conte di Rovasenda, che ben lo conosceva, e ne propone un’immagine del grappolo (Mas e Pulliat, 1876). Una descrizione moderna è stata stilata in seguito (Dell’Olio e Macaluso, 1965).

diffusione & variabilità

Come già detto è cultivar distinta da tutti i numerosi Neretti piemontesi.

La diffusione sul territorio piemontese della Neretta cuneese sembra essere un fenomeno non troppo remoto e, anzi, ci pare di capire che a questa espansione abbia contribuito l’attività vivaistica a partire dal secondo dopoguerra; i viticoltori hanno apprezzato di questa cultivar il vigore, la produttività, ma anche la notevole rusticità. Attualmente la sua coltivazione è sempre più limitata.

utilizzazione tecnologica

Solo in condizioni colturali che limitano fortemente il vigore e la produttività la Neretta cuneese può fornire mosti sufficientemente zuccherini e colorati. Nelle normali condizioni, le uve spesso colorano con difficoltà, permanendo sempre qualche acino verde tra quelli colorati. L’utilizzo di queste uve avviene sempre in assemblaggio a quelle di altre cultivar locali e il suo utilizzo è previsto nel solo disciplinare del vino DOP Valsusa.

bibliografia (4)
autori anno titolo rivista citazione
Dell'Olio G., Macaluso R. 1965 Neretta cuneese In: Principali vitigni da vino coltivati in Italia. Longo e Zoppelli (Treviso), IV.
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Mas A. e Pulliat V. 1876 Le vignoble G Masson. Paris
Nuvolone G. 1798 Sulla coltivazione delle viti e sul metodo migliore di fare e conservare i vini. Calendario georgico della Società Agraria di Torino.
aggiornamento 16/11/2016 15:03:34 (8 anni fa)