L’elevato numero di Neretti presenti sul territorio piemontese rende quanto mai difficile attribuire all’uno o all’altro le citazioni storiche, spesso poco circostanziate. Questo problema sussiste anche per le notizie riguardanti la Neretta cuneese, benché essa sia l’unica ad avere il nome declinato al femminile: è solo ipotizzabile, infatti, che le prime notizie riguardanti questo vitigno siano quelle riferite ad un ‘Niret’ di Saluzzo che il conte Nuvolone (1798) elenca tra le uve ‘di seconda qualità’.
Una citazione certa è invece quella fatta dal Di Rovasenda (1877) che non solo per primo distingue chiaramente la ‘Neiretta’ di Saluzzo da altri vitigni, ma ne elenca alcuni sinonimi allora come oggi utilizzati in altre aree del Piemonte, come quello improprio di ‘Freisa di Nizza’.
Una prima descrizione della Neretta cuneese (denominata semplicemente ‘Neiretta’) riprende le informazioni del vitigno raccolte dal conte di Rovasenda, che ben lo conosceva, e ne propone un’immagine del grappolo (Mas e Pulliat, 1876). Una descrizione moderna è stata stilata in seguito (Dell’Olio e Macaluso, 1965).