Il Timorasso compare nei testi storici negli anni ’30 del XIX secolo: Giorgio Gallesio lo cita e descrive sommariamente nelle campagne di Novi Ligure nel 1834 (Gallesio, 1995) mentre, nell’anno precedente, filari di “Temorasi” vengono impiantati nel territorio di Monleale, nel Tortonese (Anonimo, 1779-1834).
Nell'“Ampelografia della provincia di Alessandria” di Demaria e Leardi (1875) troviamo la prima descrizione dettagliata del Timorasso che, come affermano gli autori, occupava allora un quarto della superficie destinata alle uve bianche nel Tortonese. La sua coltivazione in quell’area divenne ancor più importante sul finire dell’Ottocento quando si avviò un importante e redditizio commercio: mosti-vini di Timorasso e Citronino (altra cultivar locale) ancora in fermentazione (dialettalmente denominati turbolini o virginén) partivano su carri ferroviari dalla stazione di Tortona per essere consumati giovanissimi in Lombardia o terminare la fermentazione e l’affinamento in Svizzera e Germania (Priora, 1891).
Mentre negli anni ’60 del Novecento la produzione di Timorasso era ancora di 14000 hl (Dell’Olio et al., 1965), sul finire degli anni ’80 si era ridotto a poco più di 2 ha (circa 200 hl).