Timorasso: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Raimondi S.,Torello Marinoni D., Schneider A., 2014. Timorasso. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Timorasso
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_215
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
234
nome ufficiale
Timorasso B.
sinonimi
nessun sinonimo disponibile per Timorasso
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Il Timorasso compare nei testi storici negli anni ’30 del XIX secolo: Giorgio Gallesio lo cita e descrive sommariamente nelle campagne di Novi Ligure nel 1834 (Gallesio, 1995) mentre, nell’anno precedente, filari di “Temorasi” vengono impiantati nel territorio di Monleale, nel Tortonese (Anonimo, 1779-1834).

Nell'“Ampelografia della provincia di Alessandria” di Demaria e Leardi (1875) troviamo la prima descrizione dettagliata del Timorasso che, come affermano gli autori, occupava allora un quarto della superficie destinata alle uve bianche nel Tortonese. La sua coltivazione in quell’area divenne ancor più importante sul finire dell’Ottocento quando si avviò un importante e redditizio commercio: mosti-vini di Timorasso e Citronino (altra cultivar locale) ancora in fermentazione (dialettalmente denominati turbolini o virginén) partivano su carri ferroviari dalla stazione di Tortona per essere consumati giovanissimi in Lombardia o terminare la fermentazione e l’affinamento in Svizzera e Germania (Priora, 1891).

Mentre negli anni ’60 del Novecento la produzione di Timorasso era ancora di 14000 hl (Dell’Olio et al., 1965), sul finire degli anni ’80 si era ridotto a poco più di 2 ha (circa 200 hl).

diffusione & variabilità

La distribuzione del vitigno nel passato interessava un’area più ampia dell’attuale, spaziando dall’Acquese, dove era forse denominato ‘Moro’, fino all’Oltrepò pavese occidentale. Attualmente è coltivato quasi esclusivamente nel Tortonese e nei residui vigneti della Valle Borbera (Alessandria), dove era la principale varietà a bacca bianca.

A seguito della sua rivalutazione, iniziata sul finire del secolo scorso, dai 19 ha del 2000 la superficie ha forse raggiunto i quasi 130 ha nel 2010 (Anderson e Aryal, 2013), di cui circa 70 in Piemonte (Walter Massa, comunicazione personale).

utilizzazione tecnologica

Le uve Timorasso forniscono un vino particolare, pressoché privo di aromi terpenici, ma molto ricco in norisoprenoidi; grazie a questa particolarità compositiva, alla buona alcolicità e ad una acidità consistente, questi prodotti si giovano di un invecchiamento di alcuni anni, caso non frequente tra i vini bianchi secchi.

bibliografia (6)
autori anno titolo rivista citazione
Anderson K., Aryal N. 2013 Database of Regional, National and Global Winegrape Bearing Areas by Variety, 2000 and 2010. Wine Economics Research Centre, University of Adelaide.
Anonimo 1834 Cronaca manoscritta della Comunità di Monleale (1779-1834). Biblioteca privata.
Dell'Olio G., Macaluso R., Ricci P. 1965 Timorasso In: Principali vitigni da vino coltivati in Italia. Longo e Zoppelli (Treviso), IV: 5.
Demaria P.P., Leardi C. 1875 Ampelografia della provincia di Alessandria Ed. Negro, Torino.
Gallesio G. 1995 I giornali dei viaggi A cura di E. Baldini. Accademia dei Georgofili, Firenze.
Priora A. 1891 Uve e vini bianchi nel Tortonese. Giornale Vinicolo Italiano anno 17°, 46: 739.
aggiornamento 25/11/2016 09:02:34 (8 anni fa)