Per quanto attiene alla presenza in Italia, un Blan ver (ovvero Bianco verde) è ricordato insieme a un Gro blan e un Pchi blan nelle testimonianze orali sui vitigni del passato raccolte da Di Maio (1997) in Valle di Susa in Piemonte. Mentre in valle non è più stato possibile recuperare il Bian ver, probabilmente scomparso, un vitigno così denominato è stato ritrovato a livello di singoli ceppi nei vecchi vigneti della Valle Chisone, valle attigua alla Valle di Susa con cui condivide gran parte dell’assortimento varietale originario (Provana di Collegno, 1883).
Sudi ampelografici e genetici (Schneider et al., 2001) hanno dimostrato che il Bian ver piemontese corrisponde alla Verdesse, un vecchio vitigno savoiardo oggi oggetto di una qualche valorizzazione in Francia. La prima citazione della Verdesse, ci informa Rougier (1902), parrebbe quella di Albin Gras che nel 1846, riportando notizie sulla viticoltura dei dintorni di Grenoble, ne parla come tipico delle valli di Graisivaudan e del Drac. Prime descrizioni ampelografiche, dunque di riferimento, vanno considerate quella di Mas e Pulliat (1876) e dell’Ampélographie di Viala e Vermorel (Rougier, 1902): in entrambi i casi il grappolo ne è raffigurato con un’immagine a colori.