I tratti fondamentali del vitigno sono descritti da Frojo (1875) che lo colloca nell’area di Barletta e gli attribuisce i sinonimi Colatamburo (Terlizzi, BA) e Bonvino (Trani). Si riconoscono in particolare alcune caratteristiche dell’acino maturo quali fragilità della buccia, succulenta della polpa succulenta, gusto “acquoso”, ma con leggero aroma.
Il di Rovasenda (1877) riporta il Bombino Bianco nel suo elenco generale di vitigni, citando come fonti sia lo scritto di Frojo sia il giornale La Vite e il Vino (Milano) e ipotizzando una sua corrispondenza con il vitigno Bambino Bianco presente nel Catalogo del Barone Mendola di Favara (Sicilia).
Bruni e coll. (1962) riportano l’opinione secondo cui il genotipo sarebbe originario della Spagna e segnalano che Acerbi, nel 1825, aveva brevemente descritto la varietà nell’ambito delle viti nelle campagne romane.
Costacurta e Germinario (2010) segnalano quanto indicato da Cavazza nel 1934 in merito all’ampia diffusione avuta dal Bombino Bombino bianco nell’area di San Severo (FG) ove occupava due terzi delle superficie viticola.