Il Bombino nero è citato da Frojo (1875) nella sua "Relazione sugli studi ampelografici eseguiti nelle Puglie" come vitigno presente nelle aree viticole di Guagnano, Barletta, Molfetta e qui indicato anche come Buonvino nero. La breve descrizione sottolinea alcuni caratteri salienti della foglia pentlobata, con seni profondi, denti appuntiti e pagina inferiore con tomentosità evidente, nonchè alcuni caratteri principali del grappolo conformato a piggna, con acini quasi tondi, di colore azzurrognolo (verosimilmente per la forte pruinosità).
Del Gaudio e Valicenti (1962) riportano il parere di viticoltori secondo cui il nome "Bombino" deriverebbe dalla forrma del grappolo che ricorderebbe un bambino ed il termine "Buonvino" deriverebbe dall'abbondante produzione di uva e di mosto che caratterizza il vitigno. Gli stessi autori segnalano che il vitigno era presente in quasi tutti i vecchi vigneti dell'epoca e che la sua introduzione, benchè sicuramente molto antica, era priva di dati certi.