Le prime citazioni per questo vitigno fanno riferimento al suo sinonimo Balau o Balò, che viene elencato tra le varietà piantate nel 1692 nei possedimenti del conte Cotti, a Neive (Cuneo) (Di Ricaldone, 1972).
Il Balao (o Balau) è ricordato anche dal Gallesio nei suoi giornali di viaggio recentemente pubblicati (Gallesio, 1995) come una delle uve tipiche della campagna torinese nel 1818, e più tardi (1834) egli ci informa che era coltivata “di preferenza nelle colline della provincia di Alba, al di qua [riva sinistra, ndr] del Tanaro, come Vezza, Canale, Montaldo Roero e Montà, da dove è portato a Torino per uva da frutta. [...] Il vino di Balau è dolce ma sensa forza e perciò la sua uva è tenuta più per frutta che per vino.”.
Una descrizione moderna è stata recentemente pubblicata (Schneider et al., 2006).