Trebbiano Toscano: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a) - Università di Pisa Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università della Tuscia, Viterbo
come citare questa fonte Scalabrelli G., D'Onofrio C., Muganu M., 2015. Trebbiano toscano. In: Italian Vitis Database. www.vitisdb.it ISSN 2282-006X
informazioni botaniche
nome
Trebbiano Toscano
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_2
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
244
nome ufficiale
TREBBIANO TOSCANO B.
sinonimi
sinonimi ufficiali (3)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
  • Procanico
  • Ugni blanc
  • Biancame
cloni omologati (15)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • germoglio pagina superiore
    germoglio pagina superiore
  • germoglio pagina inferiore
    germoglio pagina inferiore
  • gemma
    gemma
  • foglia
    foglia
  • foglia pagina superiore
    foglia pagina superiore
  • foglia pagina inferiore
    foglia pagina inferiore
  • seno peziolare
    seno peziolare
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
  • vinacciolo
    vinacciolo
Riferimenti storici

Il termine Trebbiano è usato per identificare un'intera famiglia di vitigni, forse la più grande e diversificata fra quelle conosciute, tanto da raccogliere varietà che non hanno generalmente alcuna affinità fra loro. Sembra che l'origine dei Trebbiani sia antichissima: già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia cita un vinum trebulanum prodotto “in agro Trebulanis”, ovvero nei dintorni di Capua. Alla fine del Cinquecento Andrea Bacci asserisce, nella sua De Naturali Vinorum Historia, che il Trebbiano è da considerarsi originario dell'omonima località situata nel territorio di Luni, nell'antica Etruria settentrionale. Anche De Crescenzi (1303) parla del Trebbiano, come molti altri esperti di agricoltura tra cui Gallo (1567), Soderini (1596), Trinci (1726), e altri ampelografi italiani e stranieri dell'Ottocento e del Novecento (Reich e Vannuccini (1901). Il vitigno giunse in Francia ad Avignone nel XIV secolo con i papi. Nel 1730 è citato a Cadil in Gironda dall'abate Bellet. Il nome Ugni Blanc, con cui è conosciuto in Francia deriverebbe da eugenia (dalla nobile origine), mentre, quello in italiano dal termine medievale franco draibjo (germoglio vigoroso). Sull'origine del nome si può aggiungere l’ipotesi che lo collega ai nomi di fiumi e di località come la val Trebbia, situata sulle colline piacentine, o ai paesi chiamati Trebbo o Trebbio presenti in varie parti d’ Italia (Giavedoni e Gily 2006).

Per quanto riguarda la presenza del vitigno nella regione Lazio, Giorgio Gallesio, 1833, scrive proposito della presenza di Procanico nel territorio di Montefiascone: “La più stimata di tutte le uve è il Brocanico, ossia l’Albano degli Aretini (Trebbiano fiorentino): non vi è in grande quantità perché si dice non produca quanto le altre uve”. Mengarini , 1888 non menziona per il circondario di Viterbo nessun altro Trebbiano ad eccezione di Trebbiano giallo. Per la zona della Tuscia romana menziona tra le bianche il Procanico ed un Toscanese (che potrebbe essere Trebbiano toscano o Malvasia ndr). Infine annovera il Procanico tra le uve coltivate a Montalto, Monteromano e Tarquinia.Questa stessa situazione è descritta da Mancini, (1893) che cita la presenza di un generico Trebbiano e di Procanico nel viterbese. Norberto Marzotto, 1925, relativamente alla grande famiglia dei Trebbiani distingue due gruppi: quelli a grappolo normalmente piramidale o conico allungato e serrato e quelli a grappolo normalmente conico, alato, rado o raramente un po’ serrato. In particolare tra i sinonimi cita Procanico, Brocanico, Albana di Arezzo e Trebbianone quest’ultimo nel territorio di Velletri: “Il Trebbianone che si trova coltivato nel circondario di Velletri corrisponde al Trebbiano Toscano di cui è sinonimo.” Zucchini M., 1961, parla una presenza contemporanea nel Viterbese del Procanico (12% delle uve bianche) e di altri vitigni simili. Carosi Demostene, 1971, menziona il Trebbiano toscano (Procanico) tra quelli più coltivati nell’alto Viterbese e presente nel disciplinare di produzione del vino “Est! Est!! Est!!! di Montefiascone”.

diffusione & variabilità

Diffusione

Vitigno molto probabilmente originario del bacino orientale Mediterraneo. Viene coltivato principalmente dal centro al sud dell’Italia, isole comprese, e nel Nord limitatamente alle aree viticole calde e soleggiate. Plinio segnalò la produzione di un vino Trebulanum nei dintorni di Napoli. Famosi sono i Trebbiani prodotti in Toscana nel medioevo e in particolare a Montecarlo. Mentre alla fine del settecento il Trebbiano di Marcialla era considerato uno dei vini bianchi di maggiore qualità della Toscana (Sismondi, 1801).
Il vitigno negli anni 80 dello scorso secolo era diffuso principalmente in Toscana e in Umbria, e in minor misura in Emilia Romagna, nel Veneto, in Lazio e in altre regioni del sud. La sua importanza si è drasticamente ridotta dal 1980 ad oggi, con la ristrutturazione dei vigneti e l’introduzione dei vitigni bianchi miglioratori ad aroma primario. Infatti, in Toscana siamo passati da una superficie di 13.480 ha a 3.504 ha, mentre la superficie complessiva censita in Italia è di 38.356 ha, a dimostrazione che la diffusione in Toscana si è ridotta a meno del 9% di quella nazionale. Il vitigno conserva, tuttavia, in questa regione un ruolo importante nella produzione del Vin Santo.

 

Toscana

DOC/DOCG

Altri vini

Totale

 

Italia

Sup (ha)

1982

6.895

6.585

13.480

 

1970

56301

1990

 

 

14.587

 

1982

46182

2000

2.767,84

4.837,24

7.605,08

 

1990

 

2008

 

 

3.504,83

 

2000

44.536

 

 

 

 

 

2010

38.356

 

Caratteristiche agronomiche

Si adatta a vari tipi di terreno, pur prediligendo quelli a media fertilità e ambienti con limitata siccità estiva e poco ventosi. La produzione è elevata e costante grazie all’elevato peso del grappolo e alla buona fertilità. Predilige la potatura lunga, ma si adatta anche a sistemi di potatura che prevedono speroni non troppo corti.
Possiede una buona tolleranza verso le gelate primaverili in quanto ha germogliamento tardivo e ha elevate esigenze termiche per la maturazione sebbene si adatti a molte condizioni grazie alla sua rusticità. Ha buona tolleranza alle tignole. È sensibile all’oidio, alla peronospora agli acari, al vento, alla flavescenza dorata e ai marciumi quando i grappoli sono compatti.

utilizzazione tecnologica

Il Trebbiano toscano fornisce un vino dal colore giallo paglierino, neutro, di grado alcolico variabile e acidità equilibrata. È stato tradizionalmente vinificato insieme ad altri vitigni, come la Malvasia bianca, il Verdicchio e la Vernaccia di San Gimignano, ma questa tendenza recentemente sta cambiando in quanto si preferisce vinificarlo in purezza (dato che matura più tardi) per poi destinarlo all’assemblaggio con altri vini prodotti da vitigni in grado di apportare maggiori profumi.
Il vitigno è utilizzato per la produzione di vini DOP e IGP provenienti da uve raccolte nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria.
In piccola percentuale può entrare anche nella composizione del “Chianti” (10%) e “del Chianti Classico” (6%). È presente in maniera significativa in molte DOP tra cui “Colline Lucchesi Bianco”, “Bianco della Valdinievole”, “Bianco dell'Empolese”, “Bianco Pisano di San Torpè”, “Elba Bianco”, “Val d'Arbia”, “Bianco di Pitigliano”, “Montecucco”, “Bianco di Pitigliano”, “Montescudaio”, “Sant'Antimo”. L’utilizzazione in altre regioni riguarda le DOP “Bagnoli”, “Bianco di Custoza”, “Breganze”, “Colli Euganei”, “Gambellara”, “Garda orientale”, “Lugana”, “Soave”, “Recioto di Soave”, “Valdadige”.
Partecipa anche alla produzione di numerosi vini a IGP della Toscana. Il suo ruolo è importante per l’ottenimento dei “Vinsanto” che si producono tradizionalmente in Toscana (“Chianti”, “Chianti Classico”, “Carmignano”, “Montepulciano”, “Elba” e di altre denominazioni che prevedono questa tipologia), grazie al patrimonio enzimatico che consente di evolvere in atmosfera ossidante, e, inoltre, sviluppa profumi terziari in affinamento.
Il vitigno è utilizzato anche per la produzione di brandy italiano e in Francia per la produzione del Cognac.

bibliografia (9)
autori anno titolo rivista citazione
Bacci A 1595 De naturalis vinorum historia de vinis italie et de conviviis libri VII. Roma
Breviglieri N., Casini E. 1965 Trebbiano toscano Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste - Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume IV
De Crescenzi P. 1805 Trattato dell’Agricoltura.Tradotto nella favella fiorentina dallo ‘Nferigno. Vol I, Milano
Gallo A. 1591 Le vinti giornate dell'agricoltura et de' piaceri della villa. Borgomineri C. Venezia
Giavedoni F., Gily M., 2005 Guida ai vitigni d'Italia Ed. Slow Food
Reich, Vannuccini 1901 Trebbiano Toscano In Viala, Velmorel. Traité general de Viticolture. Ampélographie. Vol. 5, Ed. Masson, Paris. 1901-1910.
Sismondi J.C.L. 1801 Tableu de l'agricolture toscane. Lib. Paschoud, Genève.
Soderini G. V. 1590 Trattato della coltivazione delle viti e del frutto che se ne può cavare Edizione del 1622, Giunti Ed. Firenze.
Trinci C. 1726 L'Agricoltore sperimentato, ovvero regole generali sopra l'agricoltura, coltivazione delle viti, degli alberi, ecc. Marescandoli, Lucca, 1726 - Venezia, 1778.
aggiornamento 02/08/2015 11:08:44 (8 anni fa)