La superficie totale impiantata a Vermentino in Italia interessa circa 6.000 ettari (UIV 2017). La regione dove è maggiormente coltivato è la Sardegna con circa 4500 ettari (UIV e Laore 2017), seguita da Toscana con 653 ha e Liguria 554 ha (UIV 2017).
La tabella sottostante riporta l’andamento dell'ampiezza di coltivazione del Vermentino in Italia dal 1970 al 2017
Italia
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Sup (ha)*
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Sup (ha)
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1970
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4.000
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1982
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3.600
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1990
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4.000
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2000
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3.900
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2.299
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2010
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2.297
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2.927
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2017
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6.000
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* I dati comprendono Vermentino, Pigato e Favorita
Per quanto riguarda la Toscana la superficie coltivata è aumentata di un quinto rispetto ai 544 ha riportati da Fregoni et.al 2007, ma è diminuita in provincia di Massa Carrara, con l’abbandono dei vigneti marginali e di quelli in forte pendenza, mentre è aumentata lungo il litorale (prov. di Livorno e Grosseto), anche a seguito del progetto di valorizzazione messo a punto su questo vitigno (Scalabrelli, 1997; Scalabrelli e Di Collato, 1999, Scalabrelli et al., 2002; Nunziatini et al., 2010).
In Sardegna la superficie impiantata a Vermentino è aumentata di un terzo fra i 3.300 ha del 2009 (Convisar 2011) e gli attuali 4500 ha.
Il Vermentino è anche diffuso nel sud della Francia (poco più di 6000 ettari), localizzati in Provenza, Corsica, dove è la varietà bianca più importante, e in Languedoc-Roussillon. Il Vermentino si trova a Malta ed è presente nella valle della Bekaa in Libano. In California, lo stato USA dove è maggiormente coltivato, il Vermentino interessa una superficie complessiva di circa 90 ettari (California Department of Food and Agriculture). Ma questo vitigno è presente anche in altri stati degli U.S.A., come Sierra Nevada, Texas, Carolina del Nord e Virginia. In Australia, la superficie interessata dal Vermentino è pari a circa 120 ettari (wineaustralia.com). Ed è presente nell'Australia Meridionale, a Victoria, nella Hunter Valley, nella King Valley, nella Barossa Valley.
I Cloni omologati in Italia sono 16, la maggior parte dei quali sono stati ottenuti di recente dalla selezione di popolazioni presenti in Sardegna, Toscana, Liguria e Piemonte. Una decina di cloni sono stati omologati anche in Francia a seguito della selezione clonale operata in Corsica (INRA, 2007).
Caratteristiche agronomiche
Il Vermentino in Toscana ha una media precocità di germogliamento, valutabile nell’ordine di 5-7 giorni prima del Trebbiano toscano, che si colloca nell’ultima decade di marzo nella zona costiera, mentre un ritardo di circa 7-10 giorni si verifica nelle zone più interne.
La maturazione è più precoce (da uno a due settimane) rispetto al Trebbiano toscano, verificandosi nelle zone litoranee della toscana nella prima decade di settembre e due o tre settimane dopo nelle zone più interne.
Il vitigno ha una vigoria media, sufficiente fertilità basale delle gemme che permettono di adottare una potatura a speroni. Il peso medio del grappolo è molto variabile in funzione del biotipo e del clone. Le forme di allevamento adottate variano nelle diverse aree di coltivazione in funzione delle condizioni eco-pedologiche. Si va dall’alberello delle zone più siccitose (Corsica e Sardegna) al Guyot, che è indubbiamente il più diffuso e il cordone speronato, che sono utilizzati un po’ in tutte le zone di coltivazione. Infine il tendone viene adottato nelle zone irrigue della Sardegna, mentre il cordone alto è adottato in alcune aree della Sardegna e della Toscana, mentre la pergola bassa è tipica delle Cinque Terre.
I portinnesti adottati variano in funzione degli ambienti e dei risultati ottenuti a seguito di specifiche sperimentazioni. Ad esempio in Corsica è molto utilizzato il 110R, che ha dato buoni risultati anche nella costa della Toscana (Ferroni et al., 2010), mentre nella maggior parte degli ambienti prevale l’utilizzo del 1103P. In Liguria l’utilizzo dell’SO4, ha fornito buoni risultati grazie al mantenimento di un buon livello di acidità titolabile, che in questo vitigno è molto importante da mantenere essendo talvolta soggetto a un calo eccessivo.
Il Vermentino predilige luoghi ben soleggiati, e terreni poco fertili. Presenta buona tolleranza al clima asciutto e ai venti salmastri, teme i terreni fertili e i luoghi umidi dove risulta più facilmente attaccato dalla Botrite. È sensibile alla tignola e alla peronospora, specialmente in condizioni di maggiore densità della chioma; è mediamente tollerante all’oidio.