Barbassese: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Raimondi S., Ruffa P., Schneider A., 2014. Barbassese. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation
informazioni botaniche
nome
Barbassese
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_22
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
no
sinonimi
sinonimi accertati (2)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Carica l'asino (Rocca Grimalda, Alessandria province)
  • Uva della Madonna (Castelnuovo Bormida, Alessandria province)
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

Del Barbassese non si trova traccia nei documenti storici precedenti alla “Ampelografia della provincia di Alessandria” di Demaria e Leardi (1875). Infatti, sebbene un ‘Carica l’asino’ venga citato dal Gallesio nei suoi Giornali dei viaggi (Baldini, 1995) è probabile che egli si riferisse alla Barbera bianca anch’essa talvolta chiamata, come il Barbassese, con questa curiosa denominazione.

I due autori alessandrini lo indicano come varietà presente principalmente nei dintorni di Acqui Terme e da cui si ottiene “vino leggiero da pasto di buona qualità”.

diffusione & variabilità

Attualmente il Barbassese pare essere pressoché scomparso dalla zona tradizionale di coltivazione, ma in un recente passato era ancora sporadicamente coltivato in una limitata area collinare delle province di Asti e, soprattutto, Alessandria dove era localmente chiamato anche Carica l’asino (per via della generosa produttività) o Uva della Madonna,probabilmente per la maturazione precoce, forse prossima alla festività della Natività di Maria, l’8 settembre.

utilizzazione tecnologica

Ad una primaria valutazione delle caratteristiche produttive, il Barbassese si è rivelata una cultivar di un certo interesse: nonostante la produttività talora abbondante (ma anche caratterizzata da una certa alternanza), questo vitigno dimostra di essere un buon accumulatore di zuccheri e fornisce mosti con acidità (soprattutto malica) contenuta. Ulteriori accertamenti e soprattutto prove di vinificazione in purezza potranno indicare se sia auspicabile l’iscrizione del Barbassese al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.

bibliografia (2)
autori anno titolo rivista citazione
Demaria P.P., Leardi C. 1875 Ampelografia della provincia di Alessandria Ed. Negro, Torino.
Gallesio G. 1995 I giornali dei viaggi A cura di E. Baldini. Accademia dei Georgofili, Firenze.
aggiornamento 14/11/2016 12:05:55 (7 anni fa)