Nebbiolo rosè: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Boccacci P., Raimondi S., 2014. Nebbiolo rosè. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Nebbiolo rosè
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_147
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
no
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Chiavennaschino (Valtellina (Sondrio))
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Dal momento che questo vitigno è stato a lungo confuso con il Nebbiolo o al massimo considerato come una sua forma variante, è impossibile stabilire quale sia la prima testimonianza che lo riguardi. Tuttavia un Nebieul rosè viene citato dal conte Nuvolone (1798) che ne delinea alcuni tratti pienamente corrispondenti al vitigno che conosciamo: grappoli più piccoli, acini meno colorati, ridotta fertilità.

Considerato in epoca recente come un 'biotipo' del Nebbiolo (Dalmasso et al., 1962), è stato finalmente individuato come un genotipo distinto da questo, benché con esso strettamente imparentato, solo nel 1998 grazie alle analisi molecolari (Botta et al., 2000).

diffusione & variabilità

Il Nebbiolo rosè sembra essere tradizionalmente presente in tutte le aree tipiche di coltivazione del Nebbiolo, dalle Langhe piemontesi, al Roero, alla Valtellina, forse con una minore diffusione in Nord Piemonte, dove parrebbe piuttosto raro. In provincia di Sondrio è noto con il sinonimo Chiavennaschino (laddove la Chiavennasca è il Nebbiolo) e dove se ne apprezzava la buona resistenza ai ritorni di freddo primaverili (che potevano compromettere la produttività del Nebbiolo) e alla siccità estiva. Se è vero, come parrebbe probabile, che il Chiavennaschino fosse classificato in Valtellina come “Chiavennsca piccola”, alla fine del XIX secolo era coltivato per ben 500 ha contro il migliaio della Chiavennasca (Gerini, 1884).  

Nonostante alcuni tra i primi cloni selezionati di Nebbiolo appartenessero in realtà a questa cultivar, ed è pertanto presente in purezza dove questi sono stati impiantati, nei più recenti vigneti  il Nebbiolo rosè viene generalmente escluso.

utilizzazione tecnologica

E' probabile che le uve del Nebbiolo rosè non abbiano mai avuto un utilizzo separato da quelle del Nebbiolo, con il quale erano e sono normalmente mescolate, malgrado si noti un certo anticipo di maturazione rispetto al Nebbiolo.

Dalla caratterizzazione condotta e dall'esperienza dei produttori si evince che il Nebbiolo rosè fornisce vini ancor più scarsamente colorati, ma più alcolici rispetto a quelli di Nebbiolo e con note olfattive floreali più marcate.

bibliografia (4)
autori anno titolo rivista citazione
Botta R., Schneider A., Akkak A., Scott N.S., Thomas M.R. 2000 Within cultivar grapevine variability studied by morphometrical and molecular marker based techniques. Acta Hort., 528, ISHS 2000, 91-96.
Dalmasso G., Dell’Olio G., Corte A. 1962 Nebbiolo. In: Principali vitigni da vino coltivati in Italia. MAF, Roma, Tomo II, 37.
Gerini C. 1884 Prospetto statistico dei comuni della provincia di Sondrio, classificati a seconda delle varietà dei vitigni nei medesimi coltivati. In: Bollettino ampelografico, fascicolo XVII. Tip. Eredi Botta (Roma).
Nuvolone G. 1798 Sulla coltivazione delle viti e sul metodo migliore di fare e conservare i vini. Calendario georgico della Società Agraria di Torino.
aggiornamento 17/11/2016 11:35:37 (7 anni fa)