Grisa nera: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Torello Marinoni D., Raimondi S., 2014. Grisa nera. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Grisa nera
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
codice
IVD-var_105
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
no
sinonimi
nessun sinonimo disponibile per Grisa nera
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Se si potesse esser ragionevolmente certi della corrispondenza del vitigno che qui trattiamo con la ‘Grisa maggior’ brevemente tratteggiata da G. B. Croce nel suo vivace scritto sui vitigni e i vini del Torinese pubblicato nel 1606, la Grisa (Grigia) ad uva nera, ancora ben presente nel XIX secolo nel Pinerolese e in particolare nei  dintorni di Cumiana, sarebbe una delle varietà più datate del Piemonte. Non ne siamo invece sicuri, anche se i pochi caratteri indicati dal Croce, seppure generici, non porterebbero ad escludere questa ipotesi. Anche la Grisa qui descritta ha grappoli e bacche di grande dimensione, e si distingue per l’abbondanza di pruina che ricopre l’acino che dà appunto una sfumatura grigia caratteristica. Con il nome di Grigia di Cumiana, perché particolarmente abbondante in quella zona del Piemonte occidentale, questo vitigno era utilizzato per il vino e per il consumo diretto un paio di secoli or sono, quando tutta la viticoltura della fascia pedemontana piemontese aveva un grande sviluppo.

E’ invece da rigettare l’ipotesi che dietro al nome di ‘Grissa’, che si suppone menzionato in epoca medievale, si celasse in realtà il Barbera come da qualcuno supposto (Nada Patrone in Comba, 1990): il vitigno di cui parla Pier de Crescenzi (1309) è la Grilla (e non Grissa) e l’affermazione che fosse coltivato nell’Astigiano deriva da un errore presente in alcune edizioni rinascimentali dell’opera.

Tre campioni di Grisa sono invece presenti all’Esposizione ampelografica di Pinerolo del 1881 (Provana di Collegno, 1883) dove sono elencati curiosamente tra le uve straniere, dal momento che l’autore sostiene che quest’uva fosse “vitigno dominante di Villarbasse (circond. di Torino)”. In effetti, da un altra indagine pubblicata sui Bollettini ampelografici (Commissione ampelografica della provincia di Torino, 1877) la Grisa nera risulta soprattutto coltivata in un’ampia area dell’ alta pianura ad ovest e a nord di Torino, da Trana fino a Leinì.

Una caratterizzazione morfologica e produttiva del vitigno è stata recentemente pubblicata (Schneider et al., 2006).

diffusione & variabilità

Un tempo coltivata in una vasta area collinare prealpina che andava dal Saluzzese al Canavese, passando per Pinerolese e bassa Valle di Susa, la Grisa nera è oggi stata recuperata come ceppi isolati o al più qualche filare nei vecchi vigneti. La Grisa rossa non ne è la variante ad uva rossa, bensì un vitigno del tutto distinto.

Siccome si tratta di un vitigno non ufficialmente classificato, non è possibile stimar con sicurezza la superficie colturale di Grisa nera, che si deve comunque considerare alquanto modesta.

utilizzazione tecnologica

Un tempo uva principalmente da mensa, apprezzata per il grappolo e gli acini voluminosi, oltre che per un gradevole sapore, la poca Grisa nera prodotta rientra oggi nella composizione dei vini della zona pedemontana, marginale da un punto di vista viticolo, destinati al consumo famigliare. Un'unica esperienza di vinificazione in purezza parrebbe indicare per la Grisa nera delle potenzialità di un certo interesse per la produzione di rosati freschi e morbidi, dall’originale profumo varietale.

bibliografia (6)
autori anno titolo rivista citazione
Commissione ampelografica della Provincia di Torino 1877 Catalogo dei vitigni attualmente coltivati nella provincia di Torino Bullettino Ampelografico, VIII, 727-757
Croce G.B. 1606 Della eccellenza e diversità dei vini che nella montagna di Torino si fanno; e del modo di farli. In Torino, per Aluigi Pizzamiglio.
de Crescentiis P. 1309 Opus ruralium commodorum Ristampa anastatica dell'edizione di Strasburgo del 1486. Biblioteca internazionale "La Vigna", Vicenza.
Nada Patrone A. M. 1990 Il consumo del vino nella società pedemontana del tardo medioevo. In: Comba R., Vigne e vini nel Piemonte medievale. L’Arciere (Cuneo).
Provana di Collegno L. 1883 Relazione sulla Esposizione ampelografica di Pinerolo. In: Bollettino ampelografico, fascicolo XVI. Tip. D. Ripamonti (Roma).
Schneider A., Mannini F., Raimondi S. 2006 Vitigni del Piemonte Ed. Regione Piemonte
aggiornamento 16/11/2016 14:29:51 (8 anni fa)