Se si potesse esser ragionevolmente certi della corrispondenza del vitigno che qui trattiamo con la ‘Grisa maggior’ brevemente tratteggiata da G. B. Croce nel suo vivace scritto sui vitigni e i vini del Torinese pubblicato nel 1606, la Grisa (Grigia) ad uva nera, ancora ben presente nel XIX secolo nel Pinerolese e in particolare nei dintorni di Cumiana, sarebbe una delle varietà più datate del Piemonte. Non ne siamo invece sicuri, anche se i pochi caratteri indicati dal Croce, seppure generici, non porterebbero ad escludere questa ipotesi. Anche la Grisa qui descritta ha grappoli e bacche di grande dimensione, e si distingue per l’abbondanza di pruina che ricopre l’acino che dà appunto una sfumatura grigia caratteristica. Con il nome di Grigia di Cumiana, perché particolarmente abbondante in quella zona del Piemonte occidentale, questo vitigno era utilizzato per il vino e per il consumo diretto un paio di secoli or sono, quando tutta la viticoltura della fascia pedemontana piemontese aveva un grande sviluppo.
E’ invece da rigettare l’ipotesi che dietro al nome di ‘Grissa’, che si suppone menzionato in epoca medievale, si celasse in realtà il Barbera come da qualcuno supposto (Nada Patrone in Comba, 1990): il vitigno di cui parla Pier de Crescenzi (1309) è la Grilla (e non Grissa) e l’affermazione che fosse coltivato nell’Astigiano deriva da un errore presente in alcune edizioni rinascimentali dell’opera.
Tre campioni di Grisa sono invece presenti all’Esposizione ampelografica di Pinerolo del 1881 (Provana di Collegno, 1883) dove sono elencati curiosamente tra le uve straniere, dal momento che l’autore sostiene che quest’uva fosse “vitigno dominante di Villarbasse (circond. di Torino)”. In effetti, da un altra indagine pubblicata sui Bollettini ampelografici (Commissione ampelografica della provincia di Torino, 1877) la Grisa nera risulta soprattutto coltivata in un’ampia area dell’ alta pianura ad ovest e a nord di Torino, da Trana fino a Leinì.
Una caratterizzazione morfologica e produttiva del vitigno è stata recentemente pubblicata (Schneider et al., 2006).