Le citazioni note del vitigno iniziano al termine del XVIII secolo in due documenti piuttosto differenti: un poemetto in versi di don Spagarino, sacerdote della Valle Belbo (Pasqua, 1993) e la più nota 'Istruzione sulla coltivazione delle viti' (Nuvolone, 1799), nella quale il nobile piemontese cita il Gamba di pernice (nome originario locale del Gamba rossa) tra le uve di seconda qualità.
Il marchese Incisa, nel suo 'Catalogo descrittivo e ragionato' (1869) è il primo a descrivere le sue uve mentre nell' 'Ampelografia della provincia di Alessandria' (Demaria e Leardi, 1875) troviamo la prima descrizione completa del vitigno (peraltro rispondente alla nostra attuale) il quale è indicato come estesamente coltivato nei circondari di Casale, Acqui ed Alessandria, ma sempre in piccole proporzioni. Sono questi autori i primi ad avanzare l'errata ipotesi della sinonimia di questa cultivar con la cultivar francese Pied de Perdrix, ma a distanza di soli due anni l'ipotesi viene fermamente smentita dal conte Giuseppe di Rovasenda (1877); questi, come altri autori successivi, annovera il nostro vitigno tra le uve da mensa.