Il Liseiret non è che una delle versioni italiane del Gouais blanc, vitigno tra i più famosi quanto oggi tra i più trascurati. La fama, com’è noto, deriva dall’esser genitore, insieme al Pinot, di un nutrito gruppo di vitigni importanti, tra cui Chardonnay e Gamay (Bowers et al., 1999). Ma non basta, il Gouais ha dato origine, o è legato geneticamente, ad una schiera di cultivar davvero impressionante, sia in Francia che in altri paesi europei (Lacombe et al., 2013), tanto da esser stato a ragione definito un vitigno chiave del patrimonio genetico europeo (Boursiquot et al., 2004). I riferimenti storici al Gouais blanc sono remoti, risalenti in Francia alla fine del 1200 quando viene citato un “Goet” (Berget,1903), come pure remota e assai ampia era la sua diffusione nei vigneti europei climaticamente difficili, perché questa cultivar, fertile e rusticissima, è in grado di offrire un prodotto abbondante, quanto il più delle volte mediocre, anche nelle annate e negli ambienti meno favorevoli.
Quanto alla sua presenza in Piemonte, il Liseiret, uno dei sinonimi ormai assai sporadico in Alta Val Bormida, fu segnalato con il nome Oserietto o Useriello (Di Rovasenda, 1879); nello stesso testo troviamo anche una generica Uva bianca dominante nel comune di Stroppo (Val Maira), da identificarsi con il locale Blancho (Bianco) che, ritrovato tra i vitigni minori e rari locali, è stato identificato come Gouais. Inoltre numerosi campioni di un Perveiral bianco, con descrizione pienamente rispondente, pervennero all’Esposizione ampelografica di Pinerolo (Provana di Collegno, 1883).