Il primo riferimento in Piemonte alle “uve luglenche” parrebbe quello degli Statuti d’Ivrea (1329, in Comba, 1990). La Luglienga era ben nota anche al Croce (1606), che la descrive brevemente insieme all’Agostenga o Prié blanc, e come questa era un tempo particolarmente diffusa in Piemonte, ma coltivata e conosciuta per la precocità di maturazione anche nel resto dell’Italia settentrionale e in altre regioni d’ Europa, dove aveva moltissimi sinonimi tra cui Gelber Seidentraube e Früher Grosser Malvasier (Germania), Lignan blanc (Francia), S. Jacopo (Spagna). Nei secoli successivi si moltiplicano le citazioni che riguardano la Luglienga e le affini denominazioni (come Lugliatica, Lugliese, Luigese, Lugliola) utilizzate in Italia, paese di cui questo vitigno, secondo Pulliat, sarebbe originario (Mas e Pulliat, 1876). Il conte di Rovasenda (1877) afferma di averne osservato ben 25 diverse provenienze e di aver concluso che una sola è la Luglienga coltivata in moltissimi luoghi con nomi diversi.