Neretto di Bairo: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Boccacci P., Raimondi S., 2014. Neretto di Bairo. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Neretto di Bairo
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_151
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
167
nome ufficiale
Neretto di Bairo N.
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Neretto di S. Giorgio (Canavese (Torino))
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Ci sentiamo di escludere che una delle prime menzioni ad un Neretto in terra piemontese, risalente all’inizio del 1600 ad opera di G.B. Croce (1606), si riferisca a questo vitigno che presenta bacche di forma ben ellissoidale, così diverse da “li grani tondi” a cui accenna il Croce. Un primo riferimento certo a questa cultivar è quello fatto dal medico eporediese Lorenzo Francesco Gatta (1833), nella cui descrizione del Neretto di S. Giorgio (o Neret gros, cioè Neretto grosso) possiamo riconoscere il vitigno qui trattato e che per primo lo distingue da numerosi altri Neretti del Canavese (Torino). Informazioni successive a quest’opera sono molto scarse e anche il Di Rovasenda (1877) non aggiunge altre notizie, se non che il vitigno era descritto ed illustrato nell’Ampelografia subalpina del Bonafous, opera andata perduta.

diffusione & variabilità

Unico rappresentante dei numerosi Neretti piemontesi iscritto al Registro nazionale, il Neretto di Bairo o di S. Giorgio (entrambe località del Canavese dove la sua coltura era importante) è vitigno ben distinto da tutti questi.

Nonostante sia coltivabile ufficialmente, la superficie ad esso dedicata si va contraendo ed è stata recentemente stimata in poco più di 30 ettari (Anderson e Aryal, 2013) ma nella realtà ci pare sicuramente inferiore, vista l’esistenza di numerosi omonimi Neretto.

utilizzazione tecnologica

Tradizionalmente utilizzata per la vinificazione, l’uva del Neretto di Bairo fornisce vini di medio corpo, moderatamente alcolici ma equilibrati, da consumare giovani o dopo un moderato affinamento in legno, che aumenta complessità aromatica e gustativa. Un tempo era anche utilizzato in taglio con l’Avarengo (localmente detto Mustèr), che permetteva di incrementare il grado alcolico. Attualmente ne esistono anche rare versioni prodotte con vinificazione in bianco e spumantizzate con metodo classico.

bibliografia (4)
autori anno titolo rivista citazione
Anderson K., Aryal N. 2013 Database of Regional, National and Global Winegrape Bearing Areas by Variety, 2000 and 2010. Wine Economics Research Centre, University of Adelaide.
Croce G.B. 1606 Della eccellenza e diversità dei vini che nella montagna di Torino si fanno; e del modo di farli. In Torino, per Aluigi Pizzamiglio.
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Gatta L. F. 1833 Cenno intorno alle viti ed ai vini della provincia di Ivrea. In: Calendario Georgico della Reale Società agraria di Torino per l'anno 1833.
aggiornamento 25/06/2015 14:01:54 (9 anni fa)