Pelaverga: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Raimondi S., Ruffa P., Schneider A., 2014.Pelaverga. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Pelaverga
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
trueness to type
codice
IVD-var_162
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
309
nome ufficiale
Pelaverga N.
sinonimi
sinonimi ufficiali (1)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
  • Cari (Collina torinese)
sinonimi accertati (2)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Cari (Collina torinese)
  • Uva delle zucche (Chieri (Torino))
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

“Cario: che meglio dir si potria caro per la bontà sua, è uva grande: ha grani grossi ben coloriti, la scorza dura, la rappa rossa, è dolce da mangiare: e fa buoni vini e delicati.” Così Giovan Battista Croce (1606) presentava il Cari, sinonimo torinese del Pelaverga, nella prima citazione certa conosciuta, presente nella sua opera riguardante la viticoltura della collina torinese.

Molti autori ricordano anche la “trantena di botali (botti) de vino de Pagno et del Chastelaro” inviati già nel 1511 da Margherita di Foix, moglie di Ludovico II marchese di Saluzzo, al Papa Giulio II perché “el bon vin gli piasia et non fu mai megliore espessa per la chassa de Saluce fata che mandare questo vino ch’è stato chausa de tanti beni” (Saluzzo del Castellar, a cura di Promis, 1869). Tuttavia che il vino citato fosse prodotto con le uve Pelaverga resta solo una supposizione. E’ invece totalmente mancante di prove l’affermazione che il vitigno sia stato introdotto nel Saluzzese dai monaci di San Colombano che fondarono un monastero a Pagno nel VIII secolo.

Descritto diffusamente da Carlone (1962), che tuttavia dubitava dell’identità tra Pelaverga e Cari, del Pelaverga è stata recentemente compilata una descrizione dettagliata (Schneider et al., 2006).

diffusione & variabilità

La coltivazione del Pelaverga interessa principalmente l’area collinare del Saluzzese, ma sussiste la sua coltivazione anche sulla collina di Torino (dove è noto con il sinonimo Cari). Un tempo presente anche in altre aree, soprattutto del Piemonte occidentale, attualmente la superficie a lui dedicata risulta essere di soli 55 ettari (Anderson e Aryal, 2013).

utilizzazione tecnologica

Le uve Pelaverga si prestano sia al consumo diretto che alla vinificazione; benché Carlone (1962) affermasse che il principale utilizzo era quello per la mensa, grazie alla grande dimensione dell’acino, al colore piuttosto attraente e alla buona conservabilità, attualmente è la vinificazione il principale sbocco di queste produzioni: il vino che se ne ricava è di bassa gradazione alcolica, di colore da rosato a rosso tenue, con profumo gradevole e acidità moderata, talora prodotto in tipologia dolce. Una curiosità può essere ricordare che il Sannino, nei primi decenni del Novecento, valutati alcuni prodotti, ne caldeggiava l’utilizzazione come base spumante per le industrie spumantiere piemontesi all’epoca in grande sviluppo (Sannino, 1925).

bibliografia (6)
autori anno titolo rivista citazione
Anderson K., Aryal N. 2013 Database of Regional, National and Global Winegrape Bearing Areas by Variety, 2000 and 2010. Wine Economics Research Centre, University of Adelaide.
Carlone R. 1962 Pelaverga. Rivista di viticoltura e di enologia, n°11, (Conegliano).
Croce G.B. 1606 Della eccellenza e diversità dei vini che nella montagna di Torino si fanno; e del modo di farli. In Torino, per Aluigi Pizzamiglio.
Promis V., a cura di 1869 Memoriale di Gio. Andrea Saluzzo di Castellar dal 1482 al 1528. Dalla Stamperia Reale (Torino).
Sannnino F. A., 1925 Pelaverga. In: Rivista di ampelografia, VI, 5, 65-67.
Schneider A., Mannini F., Raimondi S. 2006 Vitigni del Piemonte Ed. Regione Piemonte
aggiornamento 17/11/2016 09:06:55 (8 anni fa)