I primi riferimenti storici a questa varietà, che prende il nome da una piccola località, dal 1928 frazione del comune di Cuorgnè (Torino), risalgono alla prima metà dell’800, quando di esso si interessarono i principali ampelografi attivi in Piemonte: Giorgio Gallesio lo cita nella trattazione del Nebbiolo canavesano, nella sua monumentale Pomona (1817-39); il Gatta (1838) lo elenca (come Neret dë Saut o Freisa spëssa) tra i numerosi Neretti di quest’area e ci informa circa la sua presenza abbondante in tutto il circondario di Ivrea; di questo vitigno, infine, è rimasta una rarissima scheda informativa compilata da un corrispondente locale per la redazione della Ampelografia subalpina di Matthieu Bonafous (1793-1852), opera che, rimasta in manoscritto in seguito alla morte dell’autore, andò disgraziatamente distrutta sotto i bombardamenti che colpirono Torino durante la seconda guerra mondiale.