E’ il conte Nuvolone (1798) a citare per primo la ‘Slarina’ sostenendo che questa denominazione fosse impiegata per indicare un particolare tipo di ‘Crovino’ (probabilmente Lambrusca di Alessandria) diverso da quello presente nel basso Monferrato.
Ritroviamo una ‘Slarinna rara’ e una ‘Slarinna agglomerata’ tra le uve del territorio di Valenza in Piemonte, descritte sommariamente dal De Cardenas per l’opera di Giuseppe Acerbi “Delle viti italiane” (1825). Nel 1875 sono Demaria e Leardi i primi a descrivere diffusamente il vitigno (con il nome di Cenerina) nella loro opera ampelografica sulla provincia di Alessandria. Dai Bollettini ampelografici XIV (Comm. Amp. Pavia, 1881) e XVIII (Comm. Amp. Pavia, 1884) si deduce la presenza del vitigno anche nell’Oltrepò pavese con i sinonimi di Gelarina e Sellerina.
La sua coltivazione sembra aver avuto una forte riduzione a seguito della ricostituzione post-fillosserica, probabilmente a causa della resa in mosto contenuta, e della quasi completa scomparsa della viticoltura nella piana di Alessandria, un tempo centro della sua coltivazione.
Una descrizione di riferimento è pubblicata in Schneider et al., 2006.