L’abate Geremia (1834) inserisce nella sua elencazione un vitigno a bacca bianca denominato Ducignola, e così lo describe: «Appartiene quest’uva alla classe delle bianche, fa le bacche rotonde e spesse e qualche volta rare, di grossezza simile al Catarratto, dà vino assai buono e dolce al gusto, di buccia gentile, pigne ordinarie, matura tra le prime, ha nodi medi, due grappoli, ne fa in buona quantità e putasi a due occhi». Il Barone Mendola nel suo catalogo generale della collezione di viti italiane e straniere radunate in Favara (1868), riferisce di una varietà denominata Ducigliola niura coltivata a Milazzo nei vigneti del Barone Buonaccorsi. L’origine genetica di questo vitigno, come recenti ricerche hanno dimostrato (De Lorenzis et al. 2014), è da attribuire ad un incrocio per libera impollinazione tra Sangiovese e un altro vitigno ancora non identificato.