Secondo Mendola (1868), lo Zibibbo è sinonimo di Moscatellone nome che indica chiaramente i caratteri di notevole grossezza del grappolo e più ancora dell ‘acino, rispetto al Moscato comune o Moscatello. Il Moscatello e il Moscatellone sono i capostipiti di due tribù alquanto differenti di Moscato, come il Moscato fior d’arancio lo sarebbe di una terza tribù. Il nome dell’antica capitale dell’Egitto indica l’origine o la provenienza orientale del vitigno, mentre il sinonimo utilizzato in Toscana, Salamanna, deriva dal fatto che Ser Alamanno Salvati fece venire dalla Grecia il Moscatello grosso o Zibibbo bianco che da Lui prese il nome di uva Salamanna (Del Riggio, 1595-1596). L’Odard (1859) tra i sinonimi di Zibibbo considera la Panse comune. Il termine Zibibbo richiama e conferma la provenienza africana del Moscatellone e una specifica utilizzazione dell’uva, giacchè in Tunisia si trova il capo Zibib (secco) e quindi uva passa. Porta (1584) descrive le varietà coltivate nel meridione d’Italia e dice che di Moscati ve ne sono di bianchi e di neri. Per la mensa il più rinomato di tutti è quello che ha l’acino duro, carnoso e grande e dal profumo delizioso e dal colore dorato, volgarmente detto Moscatellone. Lo Zibibbo è citato dal Matteoli (1563) e dal Bacci (1596) nel capitolo dedicato a “De Passis uvis et passulis” parlando delle uve secche dice che quelle degli antichi erano di quattro sorta, di cui alcune con semi ed altre apireni e che una di queste sorta è lo Zibibbo. Di Zibibbo bianco ne discute il Soderini (1590) e il Bauhin (1671) che afferma:”…gli Arabi chiamano l’uva Boumastos dei Greci, uva passa maior, uva Zibibbi. Anche il Cupani (1696), il Molon (1906), il Marzotto (1925) e il Longo (1948) concordano la similitudine dell’uva Zibibbo con le uve Boumastos dei Greci. Atti notarili siciliani del XIV e XV secolo riportano l’uva Bumasta (bous mastos) che è citata dall’abate Senisio (1384) del Monastero di S. Martino delle Scale, vicino a Palermo. Di Rovasenda (1877) riporta molte uve Zibibbo, diverse per provenienza e zona di coltivazione. Lo Zibibbo si ritrova negli elenchi e nelle descrizioni del Di Maria (1754), di Gallesio (1839), dell’ Acerbi (1825), di Pulliat e Mas (1874-79), di Agazzotti (1867). Niccoli (1902) afferma : “…la coltura di questa cultivar risale almeno al periodo della dominazione Araba dell’Isola, tanto che si parla di uva passa (Zibibbo) già in una memoria del governatore di Sicilia Al-Mulì del (875) D.C.”. Murania (1905) riporta lo Zibibbo tra i principali vitigni da tavola a frutto bianco o giallognolo coltivati in agro di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Sannino (1922) dice che il Moscatelone a Pantelleria è ricco di zucchero e se ne prepara un vino alcolico,dolce ed aromatico. Cipriani et al., 2010, afferma che il Moscatellone è un incrocio naturale tra Moscato bianco ad acino piccolo e Axina de Tres Bias antica varietà a bacca nera coltivata ancora in Sardegna come uva che produce tre volte, nell’arcipelago Maltese e soprattutto in alcune Isole della Grecia. Il profilo di questa varietà è risultato identico con una varietà della Calabria (Robinson et al. 2012) e con quello della varietà Eftakoilo (Sefc et al., 2000) che è considerata una delle varietà da tavola a bacca nera più antiche della Grecia.
Esiste una mutazione a bacca nera del più noto Moscato di Alessandria (Carimi et al., 2010), chiamata Zibibbo nero.
“Ed il Zibibo nero è rotondo, dieci linee di diametro, è dolce al gusto, però fa il vino dolce e spiritoso, ha capi grandi; foglie maggiori del bianco, gemme a media distanza e due vinacce; matura all’ordinario e ne dà in buona dose. In Randazzo si fa grossa quasi più del doppio, confondendosi colla moscadella nera, e potasi stretta. Non così in Paternò, dove suol essere di cattiva qualità” cosi il Geremia (1834) ne descriveva le qualità. Il Bollettino Ampelografico, 1882 segnala la presenza dello Zibibbo nero nelle campagne di diversi comuni della provincia di Palermo: Campofiorito, Isnello, Petralia Sottana, Prizzi, Ustica. Recenti indagini molecolari hanno permesso di definire l’origine dello Zibibbo nero, che risulta essere una mutazione a bacca nera del più noto Moscato di Alessandria (Carimi et al., 2010), comunemente conosciuto in Sicilia come Zibibbo.
Attualmente la presenza dello Zibibbo nero è limitata a pochi ceppi, nei vigneti più antichi della provincia di Trapani ed è stato recuperato grazie al Progetto della Regione Sicilia relativo alla valorizzazione della piattaforma ampelografica.