Il Malbo gentile, conosciuto anche con il sinonimo di Amabile di Genova, ha un’origine incerta, che ha stimolato indagini e la formulazione di diverse ipotesi.
Il primo documento certo è costituito dagli appunti manoscritti sulla vite di Filippo Re (1805), nei quali cita l’Amabile di Genova. Nel 1840, Bertozzi inserisce l’ Amabile di Genova nell’elenco manoscritto dei vitigni del territorio di Reggio Emilia. L’origine antica del Malbo gentile in questa area trova poi una testimonianza vivente in alcuni ceppi secolari nelle colline reggiane.
Le indagini originate dal richiamo a Genova nel sinonimo non hanno portato ad individuare tracce del Malbo gentile tra i vitigni liguri; è stato anche ipotizzato localmente che un genovese abbia portato dalla California il vitigno, inizialmente chiamato “Tubino” verso la fine del fine del 1800 (Fontana e Venturi, 1995), operando così una reimportazione di materiale europeo, come notano Silvestroni et al. (1989). Tuttavia questa supposizione sembra in contrasto, almeno nei tempi, con la sua presenza nel territorio di Reggio Emilia sin dalla fine del XVIII secolo, come si desume dal citato scritto di Filippo Re.
La prima descrizione ampelografica del Malbo gentile è relativamente recente: è stata infatti pubblicata nel 1989 da Silvestroni et al., in previsione dell’iscrizione al registro delle varietà di vite, che dal 1995 ne ha resa possibile la propagazione da parte dei vivaisti e l’utilizzazione nei nuovi impianti. In essa si rileva anche che, nonostante l’assonanza dei nomi, la possibile sinonimia tra Malbo gentile e Malbeck deve essere rigettata, sulla base di evidenti differenze dei caratteri ampelografici (Silvestroni et al. 1989; Fontana e Venturi, 1995). La presunta sinonimia con il vitigno toscano Foglia tonda deve essere ancora verificata (Boccacci et al., 2005).