Le Malvasie sono un ampio ed eterogeneo gruppo di vitigni coltivati in particolare nell’area del bacino del Mediterraneo. La loro classificazione è complessa, in quanto mancano descrittori ampelografici comuni, per questo molti ampelografi hanno sottolineato l'importanza di limitare l' uso di questo nome solo a quelle cultivar caratterizzata da bacche aromatiche con un leggero sapore di moscato e una certa amarezza (Di Rovasenda, 1877; Dalmasso, 1964). Il nome Malvasia derivaverebbe da " Monemvasia " (Logothetis, 1965), un antico porto commerciale in Grecia. Il primo documento che cita il vino Malvasia è del 1214, quando un cittadino di Epheso ( Grecia), riferisce di vino chiamato Monovasia o Monemvasias. La diffusione di questo nome è legata al commercio del vino durante il Medio Evo, realizzato soprattutto da veneziani che hanno dato il via alla commercializzazione del ' Vinum de Malvasie ". Il nome identificava i vini dolci ed aromatici provenienti dalla Grecia, senza alcun riferimento a specifici vitigni. La crescente domanda per questo tipo di vino dal nord Europa e la perdita della produzione di Malvasia greca, al seguito della conquista della Grecia da parte dell’Impero Ottomano, ha portato alla costituzione di nuovi centri di produzione lungo le rotte marittime del Mediterraneo.
Oggi, grazie a recenti indagini molecolari (Crespan et al. 2006), sappiamo che un consistente gruppo di vitigni: Malvasia delle Lipari, Malvasia di Sardegna, Greco di Gerace, Malvasia di Sitges (Spagna) e Malvasia dubrovačka (Croazia), ritenute cultivar distinte che condividono la stessa denominazione generica, insieme con un nome geografico sono la medesima varietà. Il documento scritto più antico fino ad ora scoperto relativo a questo gruppo di “vitigni” riguarda la Malvasia dubrovačka e risale al 1385 ( Archivio della Repubblica di Dubrovnik), mentre le più antiche citazioni trovate per tutti gli altri sinonimi sono del XVII secolo tra cui il Cupani (1696) la descrive col nome di "Malvagia", detta dal volgo "Marvascia".