Le origini del Lambrusco di Fiorano non sono state accertate con chiarezza. Per la forma simile dell’acino, è stato talora confuso con il Lambrusco oliva, che ha però acini di minori dimensioni. Anche le denominazioni utilizzate nei secoli scorsi hanno alimentato la confusione e reso difficile ricostruire il percorso storico. Sono stati infatti utilizzati diversi i sinonimi, come Prugnola e Lambrusco oliva grosso (Marzotto, 1925), Lambruscone o Brugnola (Cosmo et al., 1962). Di recente l’indagine bibliografica compiuta per l’iscrizione al repertorio regionale delle varietà locali di interesse agrario dell’Emilia Romagna ha portato a ritenere errati i sinonimi Prugnola e Brugnola e corretti i sinonimi Lambruscone e Lambrusco oliva grosso (RER, 2014). Nella stessa indagine viene infatti ritenuto probabile che il Lambrusco di Fiorano corrisponda al Lambruscone o Lambrusco oliva grosso descritto dall’Aggazzotti nel 1867, che riporta tratti morfologici dell’acino (“acini grossi, ovoidei, farinosi) e caratteri qualitativi dell’uva e del vino (“ottiensi vino di corpo, sapido….ben carico di colore, col quale…si fanno tagli”) coincidenti con quelli del Lambrusco di Fiorano.
Di recente, è stata avviata l’attività di valutazione per l’iscrizione al Registro nazionale delle varietà, grazie al progetto per il “Recupero, salvaguardia e valorizzazione dei vitigni modenesi Festasio e Lambrusco di Fiorano”, finanziato dalla Provincia di Modena nell’ambito del PSR 2007/13, Misura 214-Azione 7 (Nigro et al., 2013).