Lambrusco di Corbelli: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze della Vita - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
come citare questa fonte Meglioraldi S., Gaddi L., Bignami C. Lambrusco di Corbelli. In: Italian Vitis Database. www.vitisdb.it ISSN 2282-0062010
ringraziamenti Fondazione Ager
informazioni botaniche
nome
Lambrusco di Corbelli
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
Neutre
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
trueness to type
codice
IVD-var_114
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
no
sinonimi
nessun sinonimo disponibile per Lambrusco di Corbelli
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • fiore
    fiore
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
  • vinacciolo
    vinacciolo
Riferimenti storici

Il Lambrusco di Corbelli corrisponde probabilmente al Lambrusco di Rivalta di cui nel 1891 Augusto Pizzi analizzò il grado zuccherino, assieme a quello di altri 112 vitigni coltivati in provincia di Reggio (in Bellocchi, 1982) . Questo vitigno venne poi citato da Mondini (1899) e da Molon nella sua Ampelografia (1906). Casali (1915) inserì nel suo elenco dei nomi dialettali di piante reggiane il nome òva Lambrósca éd Corbèlli e i sinonimi òva Lambrósca éd Rivèlta, òva lambrósc fiurintèin, dandone però solo Lambrusco di Rivalta e Lambrusco Fiorentino  come corrispondenti nomi italiani. Questa sinonimia venne affermata anche da Franceschini e Premuda (1922) e Fornaciari (1924), che identificarono in Rivalta e nel suo circondario le aree di coltivazione del Lambrusco di Corbelli. Testimonianze dei viticoltori locali confermano la presenza in quella zona di ampie superfici coltivate nella prima metà del ‘900 e ne descrivono il successivo forte declino, che ha portato alla attuale presenza di pochi ceppi, oggi in corso di recupero, valutazione e valorizzazione.

Sulla origine del vitigno non vi è certezza. Si ritiene sia stato trapiantato e diffuso a Rivalta (RE) nel XIX secolo dai conti Ferrari Corbelli (Losi, 1979). La presenza di Lambrusco Barghi nei vigneti dove era presente il Lambrusco di Corbelli ha alimentato dubbi su quale dei due vitigni corrispondesse al Lambrusco di Rivalta, dubbi non chiariti dalla descrizione di grappoli e foglie del Molon, che non corrisponde perfettamente a nessuno dei due vitigni (Meglioraldi, 2014). I viticoltori locali sostengono l’ipotesi della sinonimia tra Lambrusco di Corbelli e Lambrusco di Rivalta, basandosi anche sul maggiore legame con Rivalta del Lambrusco di Corbelli, rispetto al L. Barghi, maggiormente diffuso nell’area di Albinea.

 

 

 

 

 

diffusione & variabilità

Il Lambrusco di Corbelli è rarissimo nel territorio reggiano ed ha rischiato di scomparire. La conservazione di alcune piante in un vigneto-collezione privato a Rivalta ha consentito il recente recupero e lo studio di questo vitigno da parte del Consorzio per la tutela dei vini Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia, che ne ha messo in evidenza, mediante analisi molecolari, la diversità genetica (Meglioraldi, 2012; Meglioraldi et al., 2013). Il Lambrusco di Corbelli è stato propagato e inserito nel vigneto-collezione dell’ITA Zanelli, nell’ambito di un progetto della Provincia di Reggio Emilia  finalizzato alla salvaguardia della agrobiodiversità (PSR 2007-2013, Mis. 214, Az. 7 agrobiodiversità). Le azioni di salvaguardia e promozione si avvalgono anche del contributo dei volontari di Rivalta e dei viticoltori locali.

Non è iscritto al Registro nazionale delle varietà e non è stata ancora proposta la sua iscrizione al Repertorio regionale dell’Emilia Romagna.

È ritenuto un vitigno rustico, dotato di produttività buona e costante. Nonostante i fiori con anomalie degli organi maschili (stami reflessi) non ha manifestato problemi di allegagione in vigneti polivarietali. Predilige suoli e climi pedecollinari e collinari. La maturazione  avviene dopo la metà di settembre.

I ceppi presenti sembrano essere virosati.

 

utilizzazione tecnologica

L’uva di Lambrusco di Corbelli era tradizionalmente utilizzata per produrre vini da pasto non molto colorati.

Sono in corso prove di vinificazione in purezza per valutarne le attitudini e  le proprietà enologiche.

bibliografia (7)
autori anno titolo rivista citazione
Casali C. 1915 I nomi delle piante nel dialetto reggiano. Atti del Consorzio di Reggio Emilia n.1. Tipografia Bondavalli. Reggio nell’Emilia. 126 pp.
Franceschini A., Premuda V. 1922 L’organizzazione della produzione. Il contadino. Giugno.
Losi G. 1979 Sulla via del lambrusco: ricerche sulle antiche origini del nostro vino. Il lambrusco ed il collegamento con le aree nobili Il filugello. 34:19-23
Meglioraldi S. 2012 La biodiversità viticola reggiana. In: Arca Regia, piante e animali dell’agrobiodiversità reggiana. Provincia di Reggio Emilia. Compograf (RE).
Meglioraldi S. 2014 Il lambrusco di Corbelli o di Rivalta, un vitigno ritrovato http://www.insiemeperrivalta.it/lambrusco-corbelli-rivalta-vitigno-ritrovato/
Meglioraldi S., Ruffa P., Raimondi S., Storchi M., Torello Marinoni D., Vingione M., Boccacci P., Schneider A., 2013 Conoscere il patrimonio viticolo per tutelarlo L'Informatore agrario. 23:50-54
Molon G. 1906 Ampelografia. vol. II - Hoepli, Milano.
aggiornamento 29/11/2016 09:53:22 (8 anni fa)