Il Lambrusco di Corbelli corrisponde probabilmente al Lambrusco di Rivalta di cui nel 1891 Augusto Pizzi analizzò il grado zuccherino, assieme a quello di altri 112 vitigni coltivati in provincia di Reggio (in Bellocchi, 1982) . Questo vitigno venne poi citato da Mondini (1899) e da Molon nella sua Ampelografia (1906). Casali (1915) inserì nel suo elenco dei nomi dialettali di piante reggiane il nome òva Lambrósca éd Corbèlli e i sinonimi òva Lambrósca éd Rivèlta, òva lambrósc fiurintèin, dandone però solo Lambrusco di Rivalta e Lambrusco Fiorentino come corrispondenti nomi italiani. Questa sinonimia venne affermata anche da Franceschini e Premuda (1922) e Fornaciari (1924), che identificarono in Rivalta e nel suo circondario le aree di coltivazione del Lambrusco di Corbelli. Testimonianze dei viticoltori locali confermano la presenza in quella zona di ampie superfici coltivate nella prima metà del ‘900 e ne descrivono il successivo forte declino, che ha portato alla attuale presenza di pochi ceppi, oggi in corso di recupero, valutazione e valorizzazione.
Sulla origine del vitigno non vi è certezza. Si ritiene sia stato trapiantato e diffuso a Rivalta (RE) nel XIX secolo dai conti Ferrari Corbelli (Losi, 1979). La presenza di Lambrusco Barghi nei vigneti dove era presente il Lambrusco di Corbelli ha alimentato dubbi su quale dei due vitigni corrispondesse al Lambrusco di Rivalta, dubbi non chiariti dalla descrizione di grappoli e foglie del Molon, che non corrisponde perfettamente a nessuno dei due vitigni (Meglioraldi, 2014). I viticoltori locali sostengono l’ipotesi della sinonimia tra Lambrusco di Corbelli e Lambrusco di Rivalta, basandosi anche sul maggiore legame con Rivalta del Lambrusco di Corbelli, rispetto al L. Barghi, maggiormente diffuso nell’area di Albinea.