Nel 1800 Filippo Re cita tra le uve bianche delle montagne di Reggio Emilia la Bisetta, o Pelosella, che ritiene, con la Covra, ad uva rossa, la migliore per le vigne. La òva Bisetta è il nome reggiano citata da Casali (1917), che ne riporta anche il nome italiano Bisetta. Nell’elenco Casali distingue anche una varietà reggiana di vite dal nome simile, l òva Bisa (Bigia), che è ad uva nera ed è stata reperita nel corso del progetto in una alberata reggiana.
La Bisetta è attualmente molto rara nei vigneti pedemontani e collinari dell’area reggiana e a rischio di estinzione.