La Monica si colloca nel cluster di vitigni importanti quali il Bovali Mannu (Cagnulari), il Muristellu e il Mourvedre. Questo cluster è ricco di biodiversità; rientrano in esso varietà per le quali abbiamo accertato l’elevata probabilità che derivino dall’incrocio tra i vitigni principali di questo cluster, ed altri: è il caso del Pascale di Cagliari, del Gregu Nieddu, della Nera di Oliena, della Fiudedda e del Girò di Bosa (si rimanda alle relative schede).
La Monica condivide molti alleli con svariate accessioni e condivide sempre almeno un allele per locus con la Monica bianca e il Girò di Bosa. Si ritrova in bibliografia dato per certo che la varietà spagnola Hebén [2] sarebbe genitore della Monica ed in effetti questa compatibilità l’abbiamo ritrovata anche noi giacchè Hèben corrisponde come profilo genetico sui 22 SSR alla Monica bianca. Tuttavia sebbene questa relazione sia molto probabile non abbiamo elementi per dire che sia certa. La condivisione di almeno un allele per locus è tipica dei rapporti di parentela stretti ma non è esclusiva del rapporto di genitore-figlio, possiamo ritrovarla anche fra vitigni “fratelli” o anche parenti meno stretti. Tale condivisione è stata da noi riscontrata anche fra la Monica e il Girò di Bosa, che non è affatto un Girò, e che sembra essersi originato dall’incrocio tra Muristellu e Monica bianca. La Monica è stata spesso assimilata al Pascale che in effetti è figlio della Monica bianca. Peraltro essa condivide un allele caratterizzante con il Muristellu, che rimanda alle viti selvatiche e che il Girò di Bosa non possiede.
Traendo una conclusione dagli elementi per i quali abbiamo certezza al momento possiamo ipotizzare una forte connessione della Monica sia con la Monica bianca che con il Muristellu ma il filo genealogico non è ancora chiaro e non è detto che sia diretto.
Vitigno di uva da vino (anche se anticamente le accessioni a grappolo molto spargolo e con acini più grandi potevano essere consumate ed apprezzate come uva da tavola) presente in tutta l’isola. Le sue citazioni più antiche risalgono al ‘600 quando, con Cannonau, Nuragus, Malvasia e altri sembra già costituire l’ossatura varietale della viticoltura isolana. Il Moris lo cita come varietà ‘nectarea’. L’Angius registra la varietà praticamente in tutte le aree storiche dell’isola. Il Cettolini aggiunge che, “appassita, dà un vino da dessert che si chiama come l’uva.” E’ un vitigno che necessita di forme poco espanse per dare i migliori risultati in termini di colore e struttura dei suoi vini. La presenza di una elevata variabilità a livello di popolazione rende quanto mai necessario attivare processi di selezione del materiale genetico. Non sono state trovate corrispondenze genetiche a questo vitigno nelle banche dati del DNA attualmente disponibili, e pertanto si può considerare anche questo un “unicum”.