Maccaferro: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Raimondi S., Ruffa P., Schneider A., 2019. Maccaferro. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Maccaferro
tipo di origine
spontanea
specie
non disponibile
gruppo di varietà
Neutre
genere
non disponibile
sottospecie
non disponibile
vitigno da
codice
IVD-var_468
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
441
nome ufficiale
Mornasca N.
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
denominazioni errate (1)
denominazioni errate indicate dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Uva di Mornico (Oltrepò pavese)
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

La prima menzione di un Maccaferro è di Carlo Giulietti (1884), presidente della Commissione ampelografica della provincia di Pavia, che ne descrive un campione esposto ad una mostra d'uve tenutasi a Voghera nel 1873, informazione ripresa anche dal Di Rovasenda (1877). Sempre il Giulietti riporta anche la presenza di una Dura-buccia (o Dura-gussa) in un comune del Vogherese; entrambe le descrizioni ben corrispondono al nostro vitigno. Queste curiose denominazioni potrebbero essere legate alle caratteristiche della buccia degli acini di questa varietà: essa è infatti molto spessa e tannica e inoltre assume una colorazione grigio-bluastra che ricorda quella del 'maciafér', termine che nei dialetti piemontesi indica la scoria carboniosa che risulta dalla fusione del ferro.

In documenti successivi è difficile rintracciare notizie su questa varietà, in quanto con questo nome non è presente nei posteriori testi di ampelografia locale, fatta salva la sola citazione del sinonimo Duragussa ancora nel Saggio del Di Rovasenda (1877). La prima descrizione moderna è quella della Duraguzza stilata da Fregoni e collaboratori (2002). L’identificazione di questa varietà con l’Uva di Mornico, che ha portato alla sua iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite col nome Mornasca N., in base ai documenti storici sarebbe da mettere in dubbio, perché l’Uva di Mornico storica era ad acino sferico, e non ellittico come il Maccaferro.

I vitigni citati per il Modenese con i nomi Amaraguscia o Guscia-amara (Aggazzotti, 1867; Gallesio, 1995) corrispondono probabilmente ad una o più varietà distinte dal Maccaferro e attualmente note con il nome di Scorzamara.

diffusione & variabilità

La principale zona di coltivazione di questo vitigno corrisponde agli attuali Tortonese, Oltrepò pavese e Piacentino. Pochissime piante sono state osservate anche nel Basso e Alto Monferrato, in Piemonte. Tuttavia l'importanza di coltivazione era molto limitata, essendo usato solo in taglio con altre uve e nei filari di confine in quanto poco appetito dai ladri di uve.

Nonostante la recente iscrizione al Registro nazionale (avvenuta nel 2010 con il nome di Mornasca N. come già accennato) il vitigno risulta sostanzialmente non propagato.

utilizzazione tecnologica

Le uve del Maccaferro sono state caratterizzate nel corso di un progetto finanziato dalla Regione Piemonte nell’annata 2006, risultando avere un’ottima dotazione antocianica per quantità e prevalenza di malvidina. Tuttavia l’altissimo contenuto in sostanze tanniche, specialmente proantocianidine, è la probabile causa del netto sentore amaro caratteristico delle uve noto anche nel passato.

Attualmente esisterebbe una sola azienda produttrice di vini in purezza da Mornasca, nelle tipologie rosso fermo e rosato spumante.

bibliografia (5)
autori anno titolo rivista citazione
Aggazzotti F. 1867 Catalogo descrittivo delle principali varietà di uve coltivate presso il csa. Avv. Francesco Aggazzotti del Colombaro. Tipografia di Carlo Vincenzi, Modena.
Commissione Ampelografica della provincia di Pavia 1884 Bullettino ampelografico. Ministero d'Agricoltura (Roma), fascicolo XVIII: 308
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Fregoni M., Zamboni M., Colla R. 2002 Caratterizzazione ampelografica dei vitigni autoctoni piacentini. Università Cattolica S. C., Piacenza.
Gallesio G. 1995 I giornali dei viaggi A cura di E. Baldini. Accademia dei Georgofili, Firenze.
aggiornamento 02/03/2020 19:07:17 (4 anni fa)