Il primo e unico riferimento storico per questo vitigno è relativamente recente (Sannino, 1926). Trattandosi di una breve monografia comparsa sulla Rivista di Ampelografia, la descrizione che se ne riporta e i luoghi di coltura (Sommariva Perno nel Roero) sono ben coerenti con il vitigno qui presentato. La Barbera Ciarìa ha ben pochi caratteri in comune con il Barbera, mentre il suffisso Ciarìa viene dal nome di una famiglia di viticoltori che hanno diffuso la varietà localmente.

Recuperata a Sommariva Perno, nel Roero, non pare che la coltura della Barbera Ciarìa si sia espansa nemmeno nel passato, considerando che non viene citata negli accurati elenchi dei vitigni della provincia di Cuneo riportati nei Bollettini ampelografici di fine ‘800. Oggi non è più coltivata, se non da qualche amatore.

Un tempo molta della produzione era smerciata come uva da tavola, vista la vocazione del Roero per i frutti da mensa. In particolare dall’area di coltura della Barbera ciarìa provenivano uve nere da consumo fresco. Veniva anche vinificata, generalmente in blend con altre uve da vino locali. La coltura di questo vitigno è oggi pressoché scomparsa, né alcuno ha provato a farne del vino varietale.