La presenza del Citronino nel Tortonese è attestata da secoli e il primo riferimento ad esso è riportato nella ‘Cronaca di Tortona’ di Tomeno Berruti, manoscritto probabilmente risalente all’anno 1575, recentemente ritrovato nell’archivio Doria-Pamphilj di Roma da Sergio Pagano e pubblicato (2001) a cura dello stesso. Una breve sezione di questa Cronaca è dedicata ad esporre le bellezze e le risorse della campagna tortonese, tra cui le uve; tra di esse si ricordano i “rocesi, che in lingua dertonesa [tortonese, ndt] chiamiamo cetronini”. Solo vent’anni più tardi il Citronino compare con la dizione attuale in un contratto di affitto di un terreno a Tortona insieme a non meglio specificate malvasia e vernaza (Archivio di Stato di Alessandria, comunicazione personale da Fausto Miotti).
Nei documenti storici finora esaminati non compaiono altre citazioni del vitigno fino alla fine del XIX secolo, quando esso è descritto come uno dei vitigni più pregiati del Tortonese per la “bontà e finezza del suo prodotto” nell’opera di Demaria e Leardi (1875) sui vitigni della provincia di Alessandria. In questo testo è anche riportata la prima descrizione del vitigno, ben corrispondente all’attuale e l’unico sinonimo noto, quello di Citrone. Abbiamo anche avuto modo di visionare una litografia ottocentesca (in una collezione privata) tratta dalla tavola dipinta da Felix Rassat per la stessa Commissione ampelografica della provincia di Alessandria, in cui è ben riconoscibile la morfologia del vitigno.
Ancora alla fine del XIX secolo (Priora, 1891) è ricordato come tra i principali vitigni bianchi del Tortonese “specialmente nell’alta collina”, dove era coltivato insieme al Timorasso, dapprima per la produzione dei ‘torbolini’ ovvero vini commercializzati ancora torbidi, poco dopo la fine della fermentazione, nella vicina Lombardia e consumati principalmente nelle osterie; poi, sempre per la produzione di vini sfusi, ma esportati in Germania tramite appositi carri ferroviari e qui elaborati probabilmente utilizzati in taglio con altri vini.
In seguito, nel corso del XX secolo, la base per la produzione di vini bianchi nel Totonese è stata fornita principalmente dal Cortese, portando ad una netta riduzione e alla quasi totale scomparsa del Citronino.