Crovaro: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Raimondi S., Ruffa P., Schneider A., 2019. Crovaro. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Crovaro
tipo di origine
spontanea
specie
non disponibile
gruppo di varietà
Neutre
genere
non disponibile
sottospecie
non disponibile
vitigno da
vino
codice
IVD-var_463
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
no
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Rossarone (Oltrepò pavese)
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

Questo nome è l’italianizzazione del termine Cruà, utilizzato univocamente per identificare questa cultivar nell’alta valle del torrente Curone (AL), mentre nelle vicine valli montane dell’Oltrepò pavese questa varietà è generalmente indicata come Rossarone. Sia i termini Cruà/Croà che quello di Rossarone e anche quello di Vermiglio, talora indicato dalla letteratura come sinonimo di Croà (Giulietti, 1884), in realtà erano e vengono tuttora utilizzati nelle valli oltrepadane per indicare uve diverse. Difficile anche riconoscere in quale delle succinte descrizioni storiche sia stato per la prima volta delineato questo vitigno.

Pare tuttavia che il Crovaro qui descritto sia chiaramente riconoscibile nelle parole di Giuseppe Giacobone di Varzi (PV), riportate sempre dal Giulietti (1884) a chiarimento della complessa situazione di queste varietà omonime: “Nella valle della Staffora, e sul Bobbiese si dà il nome croà ad un’uva molto produttiva per copia e volume di grappoli, con acini grossi ed oblunghi piuttosto rossi che neri, specialmente nella parte non esposta al sole. [...] La crova piacentina, detta anche da noi parmigiana, è molto più fina e matura meglio del croà”. Da queste parole emerge una prima distinzione tra il Croà della Val Staffora e Bobbiese, ovvero il nostro Crovaro, e la Crova piacentina o Parmesana, cultivar diversa.

Una prima descrizione moderna del Crovaro è stata stilata da Raimondi (2005).

diffusione & variabilità

Oltre che nelle parti montane dell’Oltrepò pavese (valle Staffora, PV) e nella citata val Curone (AL), il vitigno è stato osservato anche nella contigua valle Borbera (AL).

utilizzazione tecnologica

Nell’assortimento varietale tradizionale dell’alta val Curone (costituito da Barbera, Durasa localmente detta ‘Bonarda’ e Crovaro) quest’ultimo aveva la funzione di vitigno ‘di quantità’, anche se gli ormai pochi viticoltori locali ne lamentano una insufficiente colorazione delle uve.

bibliografia (2)
autori anno titolo rivista citazione
Giulietti C. 1884 Bollettino ampelografico, fasc. XVIII Numero monografico dedicato alla provincia di Pavia. Roma.
Raimondi S. 2005 Vitigni minori e rari nel Tortonese. Recupero, identificazione, salvaguardia. CNR-Istituto di Virologia Vegetale, Associazione Ampelografica Tortonese, EdO Edizioni Oltrepò.
aggiornamento 02/03/2020 19:04:34 (4 anni fa)