Una Algnenga nera è descritta da De Cardenas (in Acerbi, 1825) per il Valenzano, ma la descrizione non corrisponde affatto alla varietà qui presentata. Molto dubbia anche la corrispondenza con la Lugiana nera descritta da Sommers (1786), che sarebbe stata importata in Württemberg dall’Italia. Al contrario, la brevissima nota sulla Luglienga nera riportata da Incisa (1869) ci pare aderente alle caratteristiche della nostra varietà.
Il testo che più si occupa di questo vitigno è ‘Le vignoble’, di Mas e Pulliat (1874): gli studiosi francesi vi affermano che lo ricevettero dal Di Rovasenda, a cui la stessa varietà era stata spedita dall’Ungheria, ma a causa della perdita dell’etichetta non era più stato a lui possibile conoscere il nome del sinonimo ungherese. Dagli stessi autori sappiamo che il sinonimo ‘Fresa da tavola’, riportato anche dal Rovasenda (1877) era un nome proposto dal Rovasenda stesso, il quale vedeva maggiori somiglianze tra questa cultivar e la Freisa piuttosto che con la Luglienga bianca.
Al di là dei nomi utilizzati per identificarla, va ricordato comunque che questo vitigno è ben distinto sia dalla Luglienga bianca che dalla Freisa. Ci è inoltre capitato di trovare un’omonima Luglienga nera, in realtà corrispondente al vitigno Portugais bleu.