Passeretta: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Ruffa P., Raimondi S., 2019. Passeretta. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Passeretta
tipo di origine
spontanea
specie
non disponibile
gruppo di varietà
Neutre
genere
non disponibile
sottospecie
non disponibile
vitigno da
vino
codice
IVD-var_473
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
853
nome ufficiale
Passeretta B.
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

La coltura della Passeretta in Piemonte è tradizionale e da lunga data. La prima attestazione è probabilmente quella della Passula bianca descritta dal Croce (1606), che ci pare ben corrispondere alla varietà qui descritta, ma a questa varietà è probabile si riferiscano anche i cenni fatti da Soderini (1600) alle ‘Passerine bianche’ in territorio toscano, così come l’ ‘ugha senza grana’ bianca citata in un contratto di affitto di un terreno a Tortona (1595, Fausto Miotti, comunicazione personale).

Il vino di Passeretta è lodato da Felice Spagarini nella sua ‘Descrizione [...] del territorio di Incisa’ (1784); inoltre quest’uva è tra quelle cui accenna il Nuvolone (1798) e tra quelle esposte da De Cardenas per i dintorni di Valenza (in Acerbi, 1825). La Passeretta è poi descritta ampiamente da Demaria e Leardi (1875) i quali, tuttavia, la dicono erroneamente sinonimo della Sultanina.

Più difficile capire a quale vitigno si riferiscano le citazioni della Termarina bianca o Romanina, termini usati in Emilia-Romagna per indicare uve apirene tradizionali, in quanto, almeno per il territorio reggiano, è possibile che esse si riferiscano ad una forma parzialmente apirena di Trebbiano toscano che vi è stata riscontrata (Fontana, 2016); la Passeretta qui descritta, tuttavia, vi era presente ed è probabile che ad essa facesse già riferimento il Tanara (1644).

Le cause del declino nella coltura della Passeretta sono ben delineate da quanto il conte Di Rovasenda scrisse nel suo Saggio (1877): “Prima dell’invasione dell’oidio, quest’uva era oggetto di una grande coltivazione in Canelli e luoghi circonvicini, e vi contribuiva alla leggerezza e grande riputazione dei vini bianchi d’Asti. [...] Attualmente la coltivazione è diminuita assai, perché, stante la piccolezza dell’acino, la crittogama ne altera prontamente la buccia sottile.”.

Mas e Pulliat (1874), che ben conoscevano la Passeretta del loro corrispondente Di Rovasenda, la indicano correttamente come sinonimo del Corinthe blanc, che dicono sembrare originario delle isole greche di Zante e Cefalonia e ben presente a Missolungi e nel Peloponneso.

diffusione & variabilità

Nonostante l’ampissima diffusione che quest’uva vi aveva nel passato, in Piemonte sono state individuate solo pochissime piante in un solo vigneto. Anche in Emilia-Romagna, altra zona tradizionale di coltura, è stata individuata una sola vecchia pianta di questa varietà.

Questa cultivar era presente in molti altri luoghi d’Italia e d’Europa. A testimoniarne la diffusione in altre regioni italiane, il Gallesio (1995) cita diversi sinonimi della ‘Passeretta dei piemontesi’: Bigolona (Verona), Fantina o Passera (Carrara), Romanina (Romagna), e sostiene la sua corrispondenza con il Corinto bianco. In effetti, come già detto, parrebbe che essa sia identica al Corinto bianco greco ed è tuttora presente, con il sinonimo di Corinthe blanc, in alcune collezioni europee.

utilizzazione tecnologica

L’uva di Passeretta era sicuramente utilizzata anche per il consumo fresco e per la produzione di uva passa, ma l’impiego maggiore, almeno in Piemonte, era quello per la produzione di vino, sia in purezza sia in taglio con altre uve e in modo particolare nei vini ottenuti dal Moscato bianco, che, secondo Demaria e Leardi (1875), rendeva ‘più morbidi e leggieri’. De Cardenas (Acerbi, 1825) sosteneva invece che fornisse vini ‘che riescono bianchissimi, generosi, ma alquanto aspri e secchi’.

Anche Mas e Pulliat (1874) affermano che il vino piemontese di Passeretta era “sec, généreux, très-alcoolique, se conservant d’un blanc pur, d’une finesse remarquable et plus léger que celui du Muscat blanc. Sa vendange, melée a celle de ce dernier, sert à la confection des Muscats mousseux de Canelli... ”. 

La caratterizzazione recentemente effettuata per la sua iscrizione al Registro Nazionale ha portato a confermare sostanzialmente quanto affermato dagli autori storici, evidenziando come la Passeretta mantenga buoni livelli di acidità anche a piena maturazione e porti a un ottimo accumulo zuccherino.

bibliografia (11)
autori anno titolo rivista citazione
Acerbi G. 1825 Delle viti italiane, ossia materiali per servire alla classificazione, monografia e sinonimia, preceduti dal tentativo di una classificazione delle viti. Ed. G. Silvestri - Milano
Croce G.B. 1606 Della eccellenza e diversità dei vini che nella montagna di Torino si fanno; e del modo di farli. In Torino, per Aluigi Pizzamiglio.
Demaria P.P., Leardi C. 1875 Ampelografia della provincia di Alessandria Ed. Negro, Torino.
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Fontana M. 2016 Cenni storici In: Passeretta B.. Relazione per l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.
Gallesio G. 1995 I giornali dei viaggi A cura di E. Baldini. Accademia dei Georgofili, Firenze.
Mas A., Pulliat V. 1874 Corinthe blanc. In: Le vignoble, Tome premier. Masson, Paris
Nuvolone G. 1798 Sulla coltivazione delle viti e sul metodo migliore di fare e conservare i vini. Calendario georgico della Società Agraria di Torino.
Soderini G.V., 1600 Trattato della coltivazione delle viti, e del frutto che se ne può cauare / del S. Gioanvettorio Soderini ... ; E la coltiuazione toscana delle viti, e d'alcuni arbori del S. Bernardo Davanzati Bostighi ... ; Aggiuntaui la Difesa del popone dell'eccellentiss. dottore sig. Lionardo Giachini. Firenze : per Filippo Giunti, 1600.
Spagarini F. 1784 Descrizione storico poetica del castello, luogo, pregi, e fertilita’ del territorio d’Incisa distribuita in sei canti dal prete Fedele Spagarini. Manoscritto, Archivio del Seminario vescovile di Acqui Terme.
Tanara 1644 L’economia del cittadino in villa Edizione del 1674 stampata “appresso Steffano Curti ”, Venezia. pg 608
aggiornamento 02/03/2020 19:09:45 (4 anni fa)