La coltura della Passeretta in Piemonte è tradizionale e da lunga data. La prima attestazione è probabilmente quella della Passula bianca descritta dal Croce (1606), che ci pare ben corrispondere alla varietà qui descritta, ma a questa varietà è probabile si riferiscano anche i cenni fatti da Soderini (1600) alle ‘Passerine bianche’ in territorio toscano, così come l’ ‘ugha senza grana’ bianca citata in un contratto di affitto di un terreno a Tortona (1595, Fausto Miotti, comunicazione personale).
Il vino di Passeretta è lodato da Felice Spagarini nella sua ‘Descrizione [...] del territorio di Incisa’ (1784); inoltre quest’uva è tra quelle cui accenna il Nuvolone (1798) e tra quelle esposte da De Cardenas per i dintorni di Valenza (in Acerbi, 1825). La Passeretta è poi descritta ampiamente da Demaria e Leardi (1875) i quali, tuttavia, la dicono erroneamente sinonimo della Sultanina.
Più difficile capire a quale vitigno si riferiscano le citazioni della Termarina bianca o Romanina, termini usati in Emilia-Romagna per indicare uve apirene tradizionali, in quanto, almeno per il territorio reggiano, è possibile che esse si riferiscano ad una forma parzialmente apirena di Trebbiano toscano che vi è stata riscontrata (Fontana, 2016); la Passeretta qui descritta, tuttavia, vi era presente ed è probabile che ad essa facesse già riferimento il Tanara (1644).
Le cause del declino nella coltura della Passeretta sono ben delineate da quanto il conte Di Rovasenda scrisse nel suo Saggio (1877): “Prima dell’invasione dell’oidio, quest’uva era oggetto di una grande coltivazione in Canelli e luoghi circonvicini, e vi contribuiva alla leggerezza e grande riputazione dei vini bianchi d’Asti. [...] Attualmente la coltivazione è diminuita assai, perché, stante la piccolezza dell’acino, la crittogama ne altera prontamente la buccia sottile.”.
Mas e Pulliat (1874), che ben conoscevano la Passeretta del loro corrispondente Di Rovasenda, la indicano correttamente come sinonimo del Corinthe blanc, che dicono sembrare originario delle isole greche di Zante e Cefalonia e ben presente a Missolungi e nel Peloponneso.