Vurpin: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Ruffa P., Raimondi S., 2019. Vurpin. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Vurpin
tipo di origine
spontanea
specie
non disponibile
gruppo di varietà
Neutre
genere
non disponibile
sottospecie
non disponibile
vitigno da
vino
codice
IVD-var_477
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
no
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

La prima citazione di un Vorpin a bacca nera sembra essere quella fatta dall’Eandi (1835), che lo indica coltivato sulle colline di Barge e Bagnolo, nel Saluzzese. Lo stesso autore riferisce anche della presenza nella stessa area di un omonimo Vorpin a bacca bianca e di un Arbuffi che, come vedremo, era forse un sinonimo del Vurpin qui descritto.

Un Volpin è ricordato dal Di Rovasenda nel suo Saggio (1877) con le laconiche indicazioni “Asti. Saluzzo.” indicanti i circondari in cui erano coltivate probabilmente due uve omonime. Di Rovasenda aggiunge nel Saggio che la varietà di Saluzzo vi era pochissimo coltivata e che gli era parsa identica al Neretto di Marengo. Tuttavia dalle annotazioni manoscritte dello stesso Giuseppe di Rovasenda (1856-1913) risulta una descrizione del Volpino o Volpin ben aderente al vitigno qui descritto e ben diversa dalla morfologia del Neretto di Marengo, almeno per quanto riguarda il grappolo. In calce a questa nota, il Rovasenda aggiunse “pare Arbreufi”. Di quest’ultima varietà l’autore piemontese scrive nel Saggio: “Abrofi. Saluzzo [...] Uva da condannarsi all’oblio.”.

Un Volpino nero è citato anche tra le varietà della provincia di Torino (1877), nella sola località di Villar Pellice, ma non è dato sapere a quale vitigno corrispondesse. 

diffusione & variabilità

Pare essere una varietà di diffusione molto limitata, attualmente recuperata solamente in una località della val Bronda, nel Saluzzese. Della presenza di varietà dello stesso nome nell’Astigiano abbiamo notizia solo dal citato Saggio del Rovasenda (1877).

utilizzazione tecnologica

Pur non esistendo chiare informazioni sul suo utilizzo tradizionale, pare che il Vurpin fosse utilizzato come uva da vino.

bibliografia (4)
autori anno titolo rivista citazione
Commissione ampelografica della Provincia di Torino 1877 Catalogo dei vitigni attualmente coltivati nella provincia di Torino Bullettino Ampelografico, VIII, 727-757
Di Rovasenda G. 1856-1913 Appunti inediti. Fondo Giuseppe di Rovasenda. Presso: Università degli studi di Torino – DISAFA, unità Colture arboree e Fisiologia funzionale.
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Eandi G. 1835 Produzione delle terre vignate e vinificazione In: Statistica della Provincia di Saluzzo, Volume secondo, Lobetti-Bodoni (Saluzzo).
aggiornamento 02/03/2020 19:11:41 (4 anni fa)