Canaiolo nero: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a) - Università di Pisa Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università della Tuscia, Viterbo
come citare questa fonte Scalabrelli G., D'Onofrio C., Muganu M., 2015. Canaiolo. In: Italian Vitis Database. www.vitisdb.it ISSN 2282-006X
informazioni botaniche
nome
Canaiolo nero
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_9
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
49
nome ufficiale
CANAIOLO NERO N.
sinonimi
sinonimi accertati (5)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati (11)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • germoglio pagina superiore
    germoglio pagina superiore
  • germoglio pagina inferiore
    germoglio pagina inferiore
  • gemma
    gemma
  • foglia
    foglia
  • foglia pagina superiore
    foglia pagina superiore
  • foglia pagina inferiore
    foglia pagina inferiore
  • seno peziolare
    seno peziolare
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
  • vinacciolo
    vinacciolo
Riferimenti storici

Vitigno di origine Toscana, citato da Pier de Crescenzi (1805) che lo definiva “bellissima uva da serbare”. Successivamente troviamo notizie più precise da Soderini (1590) che trecento anni dopo accennava di sfuggita al Canaiolo, descrivendo il “Canaiolo nero” e l’Uva colore “Canaiola”. Quest’ultima più tardi dal Villifranchi (1773) viene citata come “Canaiolo colore”. L’Acerbi (1825) lo riporta come “Canaiolo nero minuto”. Le notizie sulle caratteristiche morfologiche disponibili sono piuttosto scarse, tuttavia è stato evidenziato che l’Uva colore “Canaiolo” avrebbe foglie con minore tomentosità nella pagina inferiore, mentre il Villifranchi (1773) aggiunge ai biotipi sopraindicati il “Canaiolo rosso piccolo”, riferendo come sinonimo il “Canaiolo cascolo” utilizzato di frequente in alcune zone della provincia di Firenze, che corrisponderebbe al “Canaiolo nero a raspo rosso” presente in Toscana. In particolare O. T. Tozzetti (1858) alla voce “Canajolo” riporta: “Canajolo Lastri: v. Vitis viniferae varietas”; “Canajolo nero grosso” Mich. Vitis parvo botro, acinis subrotundis, nigris, dulcibus Mich. Rar; “Canajolo nero piccolo” Mich. Vitis parvo botro, acinis subrotundis exiguis, nigris, dulcibus Mich. Fr. dulcibus. Mich Fr. et Rar; “Canajolo piccolo” Mich. “Vitis parvo botro, acinis parvis, subrotundis, nigris, dulcibus; Mich. Fr. et Rar.”. Sono state fatte alcune ipotesi etimologiche; secondo una di questa il nome deriverebbe probabilmente da dies caniculares, i giorni canicolari (dal 24 luglio al 24 agosto) perché in quei giorni l’uva inizia ad invaiare. In provincia di Massa Carrara è stato individuato un biotipo, denominato “Merla” che è oggetto di valorizzazione tecnologica, con promettenti risultati il cui profilo molecolare é risultato identico al Canaiolo nero (Scalabrelli et al., 2007; Torello-Marinoni et al., 2009).

Per quanto riguarda la presenza del vitigno nella regione Lazio, Giuseppe Acerbi (1825), elenca 4 vitigni chiamati “Canajolo” e a proposito di Canajolo nero scrive: “Poco fra noi costumato. Di granelli piuttosto grossi, e che rendono in vendemmia molto vino di qualità tendente al dolce, ma poco generoso, anzi senza spirito e snervato. In Sabina, Stato Pontificio, trovasi grande abbondanza di quest’uva, ond’è che i vini di quel paese, benché se ne faccia gran commercio per Roma, sieno triviali e di poco prezzo.” Francesco De Bosis (1875), fornisce una sheda ampelografica completa sul vitigno. Origene Cinelli (1884), scrive: “…nel comune di Marta, dove si coltiva la Canaiola alquanto estesamente. Questo vitigno non deve confondersi col Canaiolo toscano, che dà vino delicato sì, ma non serbevole…”. Della Canaiola, poi, l’autore compila una vera e propria scheda ampelografica con tutte le caratteristiche vegetative, produttive e colturali della varietà; aggiunge anche una serie di dati ricavati dalle analisi del vino ricavatone. Mengarini F. (1888), relativamente al territorio viterbese riporta che i vini bianchi costituiscono la quasi totalità della produzione enologica, eccetto il Cannaiolo e l’Aleatico; dopo il 1871 la domanda di vino rosso da parte dei consumatori provenienti dall’Italia Settentrionale, ha fatto aumentare la produzione dei rossi. “Solo da pochi anni ha cominciato ad estendersi la coltivazione delle uve rosse, e i vitigni per la nuova piantagione sono stati quasi tutti importati; fra questi primeggiano il Cannaiolo, …. così a Marta, posta in collina, si confeziona un buon vino rosso detto Cannaiola che appartiene alla categoria dei vini da pasto. Mancini C. (1893). tra i vitigni neri del Viterbese menziona anche il Canaiuolo. Girolamo Molon (1906). Scheda del “Canajolo nero” cita tra sinonimi e aree di coltivazione: “Canajolo nero comune, grosso, Uva Canajola, Uva dei cani, Uva merla, Uva donna, Uva grossa, Cannaiola (Viterbo e Civitavecchia)….”. L’autore sottolinea la presenza per l’Italia di alcuni vitigni chiamati “Canajolo”, ma senza alcuna affinità col vero (Empibotte bianca della Romagna e del Lazio). Zucchini M. (1961), scrive a proposito del vitigno “Produce il 5% sul totale delle uve rosse (perciò lo 0,5% sul totale delle uve da vino), in provincia di Viterbo”. Carosi Demostene (1971) menziona il vitigno Canaiolo nel circondario di Orvieto, nella valle del Tevere e nell’area dei Monti Cimini.

diffusione & variabilità

Diffusione

In circa quaranta anni in Italia la superficie coltivata a Canaiolo nero è passata da 6.300 a circa 1.322 ha (2010), che fondamentalmente coincide con l’andamento che si è registrato in Toscana, la regione di maggiore diffusione. É coltivato anche in altre regioni del centro Italia: Marche, Umbria, Lazio e Liguria. In Toscana era particolarmente diffuso in provincia di Firenze e nella zona del Chianti Classico, dove era presente in percentuali varianti fra il 10 ed il 30%,ma era diffuso, sia pure in misura minore, anche in varie altre province della Toscana in quanto ritenuto di notevole importanza per la qualità del vino.
L’inserimento nella formula del Chianti ne ha alimentato la coltivazione, anche se a partire dagli anni  ’70 del 1900 ha palesato alcune problematiche qualitative soprattutto quando coltivato in zone inadatte e forzature delle produzioni con portinnesti vigorosi, sistemi di allevamento irrazionali utilizzando biotipi troppo produttivi e a grappolo compatto. Con produzioni elevate è scaduta anche la tenuta del vino all’invecchiamento e questo ne ha determinato la drastica riduzione nei vini prodotti destinati all’affinamento (Chianti, Chianti Classico e Supertuscan) in quanto ritenuto portatore di sapore amaro e responsabile del decadimento del colore.

 

Italia

Sup (ha)

 

 

1970

6.300

 

 

1982

7.070

 

 

1990

5.636

 

 

2000

2.762

 

 

2010

1.322

 

 

 

 

 

 

Toscana

DOC/DOCG

Altri vini

Totale

1982

2.096

4.509

6.605

1990

 

 

4.077

2000

1.705

825

2.529

2008

 

 

1.303

 

 

Caratteristiche agronomiche

Ha germogliamento intermedio fra il “Sangiovese” e il “Trebbiano toscano”, matura quasi contemporaneamente al Sangiovese, presenta grappoli tendenzialmente compatti di colore variabile in funzione delle condizioni di coltivazione. È sensibile soprattutto alla peronospora, ai marciumi del grappolo, predilige terreni non troppo ricchi e buone esposizioni.

utilizzazione tecnologica

Il vitigno è utilizzato per la produzione di vini DOP e IGP provenienti da uve raccolte nelle Regioni Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna, Toscana e Umbria.
Il Canaiolo nero veniva inserito partecipava (max 20%)  con Sangiovese, Malvasia e Trebbiano all’uvaggio nell’uvaggio classico del Chianti che negli ultimi anni è stato profondamente modificato riducendone la percentuale e eliminando le uve bianche. In passato veniva utilizzato per il “governo alla toscana”, effettuato aggiungendo al vino nuovo il mosto, ottenuto dalle uve appassite sulle stuoie in appositi locali. L’uva pur essendo definita a sapore semplice, dona profumo di vino nuovo e anche note floreali. Attualmente non è gradito dalla maggior parte degli enologi, tuttavia non mancano casi di valorizzazione delle sue caratteristiche (morbidezza, equilibrio e profumo).
Rientra come vitigno complementare delle DOP “Chianti”, “Chianti Classico”, “Vino Nobile di Montepulciano”, “TorgianoForgiano”, e “CarmignanoCarignano", “Colli dell’Etruria centrale”, “Montecarlo”, “Rosso di Montepulciano”, “Montecarlo”, “San Gimignano” e di molti altri vini a denominazione della Toscana e di alcuni dell’Umbria e del Lazio.

bibliografia (11)
autori anno titolo rivista citazione
Acerbi G. 1825 Delle viti italiane, ossia materiali per servire alla classificazione, monografica e sinonimia, preceduti dal tentativo di una classificazione delle viti. Vol. I -Ed. G. Silvestri - Milano
Breviglieri N., Casini E. 1965 Canaiolo nero Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste - Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume IV
Cipriani G., Spadotto A., Jurman I., Di Gaspero G., Crespan M., Meneghetti S., Frare E., Vignani R., Cresti M., Morgante M., Pezzotti M., Pe E., Policriti A., Testolin R. 2010 The SSR-based molecular profile of 1005 grapevine (Vitis vinifera L.) accessions uncovers new synonymy and parentages, and reveals a large admixture amongst varieties of different geographic origin TAG Theoretical and Applied Genetics 121:1569-1585
De crescenzi P. 1805 Ruralium commodorum Milano
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Goethe H. 1887 Handbuch der Ampelographie Graz, 1878 - 1887 - Berlino
Scalabrelli, G., D’Onofrio C., De Lorenzis, Vignani R. 2007 Identificazione e caratterizzazione di vitigni minori toscani mediante tecniche ampelografiche e molecolari Ital. Hortus, vol 14 (3): 54-58.
Soderini G. V. 1590 Trattato della coltivazione delle viti e del frutto che se ne può cavare Edizione del 1622, Giunti Ed. Firenze.
Torello Marinoni D. , Raimondi S. , Ruffa P. , Lacombe T. , Schneider A. 2009 Identification of grape cultivars from Liguria (north-western Italy) Vitis Vitis 48 (4), 175–183 (2009)
Tozzetti Targioni O. 1858 Dizionario botanico italiano, Firenze Editore presso Guglielmo Piatti
Villifranchi G. C. 1773 Enologia toscana o sui memoria sopra i vini ed in specie toscani Cambiagi Ed., Firenze.
aggiornamento 01/11/2016 12:18:27 (8 anni fa)