Ruggine: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze Agrarie - Università degli Studi di Bologna
come citare questa fonte Filippetti I., Pastore C., Fontana M. 2015. Ruggine In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
informazioni botaniche
nome
Ruggine
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_189
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
431
nome ufficiale
Ruggine
sinonimi
nessun sinonimo disponibile per Ruggine
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
  • vinacciolo
    vinacciolo
Riferimenti storici

L’uva Ruggine, con questo nome almeno, non la si ritrova citata molto spesso nelle ampelografie o in lavori descrittivi sulla vitivinicoltura.

Interessante è la descrizione che ne fa il conte Gallesio, quando il 27 settembre 1839 (Baldini, 1995) si trova a Modena ed ha l’opportunità di valutare le principali uve di questa zona. 

Egli riferisce che le uve bianche del Modenese sono la Ruggine, il Trebbiano di Spagna e la Malvagia e “con queste tre riunite si fanno dei vini-liquori squisiti; esse vengono in albero e pure sono di una maturità perfetta e di un colorito completo”. Ciò che cattura l’attenzione dello studioso, quindi, è la completezza della maturazione di queste uve nonostante si trovino in una condizione di elevata vigoria e di competizione con le piante di alto fusto a quel tempo impiegate come tutori vivi per le viti.

Della Ruggine scrive: “grappolo sottile, longo, racimolato al peduncolo, spargolo, pignato alla punta, con acini minuti come quelli del Lambruschino nero, verdognoli, diafani, coloriti di tinta di sole, ciò che gli ha fatto dare il nome di Rugine”.

Più tardi, nel 1887, il Ramazzini cita la Ruggine fornendo alcune indicazioni sull’areale di coltivazione: “... molto produttiva, buona da vino e diffusa verso il bolognese …”.

Nel 1928, il Consiglio provinciale dell’economia corporativa di Modena pubblica “Usi e consuetudini nel commercio dell’uva e del vino”, in cui tra le uve bianche di qualità viene citata anche la Ruggine (Venturelli, 1982).

Poi se ne perdono le tracce fino a che viene presa in esame in una tesi, dell’Università di Bologna (Venturelli, 1982).

Pedroni, colui che ha preservato questa varietà dall’estinzione, riferisce che la coltivazione di quest’uva era limitata alle aree della pianura modenese verso Bologna, tra Manzolino e Bagazzano, poi negli anni ’70 è stata abbandonata. In effetti gli obiettivi produttivistici invalsi in quel periodo portarono a preferire varietà dalla produttività più elevata e più costante. Infatti, nonostante Ramazzini dica che è un vitigno produttivo, la sterilità fisiologica dei fiori determina spesso situazioni di forte acinellatura dei grappoli in dipendenza dell’andamento stagionale e, probabilmente, della presenza nel vigneto di altre varietà di vite quali impollinatori.

Le vecchie alberate erano costituite da un miscuglio di più varietà, spesso anche a bacca di colore diverso, e probabilmente questo favoriva l’allegagione della Ruggine, mentre il suo inserimento in vigneti specializzati, monovarietali, forse portò a grappoli molto acinellati e quindi più piccoli. 

 

L’inserimento di alcune piante all’interno di un vigneto collezione a Coviolo di Reggio Emilia, alimenta questa ipotesi, poiché rispetto al vigneto di Pedroni di Rubiara, qui si ottengono grappoli con un maggior numero di acini normali, più compatti e quindi più grossi (peso anche tre volte superiore).

diffusione & variabilità

Pianura Modenese. 

utilizzazione tecnologica

 

Varietà ad uva da vino, molto utilizzata in passato per la produzione di aceto balsamico tradizionale. Si ottiene un vino dal colore giallo con riflessi verdognoli, che presenta un quadro olfattivo abbastanza complesso, costituito da note fiorali (in prevalenza fiori d’acacia), fruttate (pesca, mela e frutta esotica) e agrumate che si completano con una leggera nota di miele e di erbaceo fresco.

 

Al gusto risulta da acido a piuttosto acido, di buona struttura e buona persistenza gusto olfattiva.

 

bibliografia (2)
autori anno titolo rivista citazione
Baldini Enrico 1995 Giorgio Gallesio. I giornali dei viaggi. Trascrizione, note e commento di Enrico Baldini. 1
FONTANA M., FILIPPETTI I., PASTORE C., VESPIGNANI G., INTRIERI C. 2006 Individuazione e caratterizzazione di alcuni vitigni minori dell’Emilia-Romagna. Atti convegno “I vitigni autoctoni minori: aspetti tecnici, normativi e commerciali”. Sessione 2: Problematiche di recupero e caratterizzazione,
aggiornamento 14/06/2015 10:35:58 (9 anni fa)