Le prime notizie riguardanti il Barbera risalgono al 1514 e provengono dal territorio di Chieri (Comba e Dal Verme, 1990). Il vitigno ebbe però una diffusione limitata nei secoli immediatamente successivi, tanto che non viene menzionato da G.B. Croce tra i vitigni “della montagna di Torino” (1606). Solo nel 1691 si ha un riferimento per l’Albese, dove a Neive il conte Cotti Ceres impiantò in un suo podere alcune barbatelle di Barbera (Di Ricaldone, senza data). Nel 1798 il conte Nuvolone, che lo include tra le uve “di prima qualità”, lo dice presente nell’Astigiano e nella Frascheja (la pianura alessandrina). Solo a partire dalla metà del XIX secolo, forse anche in concomitanza con l’avvento dell’oidio, la coltura del Barbera divenne gradualmente preponderante nel panorama dei vitigni ad uva nera piemontesi.