Petit rouge: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Ruffa P., Raimondi S., 2013. Petit rouge. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation
informazioni botaniche
nome
Petit rouge
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_273
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
186
nome ufficiale
Petit rouge N.
sinonimi
sinonimi accertati (1)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati (4)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

Le forme piuttosto diversificate di questo vitigno (Moriondo, 1999) sono citate per la valle d’Aosta a partire dagli scritti di Lorenzo Francesco Gatta (1838): egli le ascrisse al gruppo degli ‘Oriou picciou’, cioè degli Oriou ad acino piccolo, per diversificarle da quelle ad acino grosso (Oriou gros), cui apparteneva il vitigno che oggi conosciamo come Vien de Nus. Anche autori successivi come Louis Napoleon Bich (1896) e Adrien Berget (1904) si premurarono di classificare e distinguere queste forme. Secondo Gatta la denominazione Oriou era utilizzata per questo vitigno lungo la valle tra Saint-Vincent e Nus, mentre quella di Picciourouzo (Petit rouge) prevaleva ad Aosta.

Per l’etimologia del nome Oriou si sono avanzate numerose ipotesi, l’ultima delle quali lega strettamente il vitigno alla valle d’Aosta perché Orioux sarebbe una località abitata a 600 m slm, localizzata presso Saint-Vincent, oggi incolta ma un tempo dotata di un torchio comune (Vouillamoz e Moriondo, 2011).  

L’origine autoctona valligiana degli Oriou, avanzata a inizio Novecento da Berget (1904) non contraddice inoltre i risultati di indagini genetiche in base alle quali il Petit rouge avrebbe legami genetici diretti o indiretti con numerosi vitigni valdostani tra cui il Cornallin, il Fumin, il Vien de Nus e il Roussin (Vouillamoz e Moriondo, 2011).

diffusione & variabilità

 

Attualmente le differenti forme di questa cultivar citate nel passato e in parte recuperate nei vigneti (Moriondo, 1999) sono ricondotte ad un unico vitigno (Petit rouge o Oriou lombard, il più diffuso), con forme meno vigorose (Oriou picciou), a bacca scarsamente colorata (Oriou gris) o soggette a colatura più o meno intensa (Oriou voirard e Oriou curant).

Questa varietà è una di quelle maggiormente coltivate in Valle d’Aosta, da Saint-Vincent ad Avise, su entrambe le sponde della Dora (Moriondo, 1999).

 

utilizzazione tecnologica

Vitigno fertile e produttivo, fornisce generalmente vini consumati entro il secondo anno di produzione, di un bel colore rosso rubino gradevolmente brillante dall’acidità piuttosto contenuta e dalle tipiche note di frutti rossi e, talora, di rosa canina. Sull’uso del Petit rouge si basano molti vini della DOP Valle d’Aosta e soprattutto quelli delle sottozone Nus, Torrette e Enfer d’Arvier.

bibliografia (6)
autori anno titolo rivista citazione
Berget A. 1904 Orious In: Ampélographie, par Viala P. et Vermorel V., Tome V.
Bich L.-N. 1896 Monographie des cépages de la Vallée d'Aoste et leur systèmes de culture Imp. L. Mensio, Aoste
Dalmasso G., Reggio L. 1964 Petit rouge Principali vitigni da vino coltivati in Italia, Ministero dell'Agricoltura e Foreste. Longo & Zoppelli, Treviso
Gatta L. F. 1838 Saggio intorno alle viti ed ai vini della Valle d'Aosta Ristampa 1971. F.lli Enrico editori. Aosta.
Moriondo G. 1999 Vini e vitigni autoctoni della Valle d'Aosta Institut Agricole Régional. Aosta.
Vouillamoz J.F., Moriondo G. 2011 Origine des cépages valaisans et valdôtains. Ed. du Belvédère, Fleurier, CH
aggiornamento 19/05/2020 17:31:13 (4 anni fa)