Il nome indica la capacità produttiva del vitigno (carica=quantità di uva), la cui diffusione e coltivazione è da sempre legata al territorio dell’Etna. Sestini (1812), nella lettura tenuta presso l’Accademia dei Georgofili sul tema “dei vini di Mascali, città della Sicilia”, afferma “…. i magliuoli delle uve bianche principalmente sono di una specie d’uva detta il Caricante, la quale dà un frutto copioso, ma di mediocre qualità, oltre di che non viene ad addolcirsi perfettamente” ed aggiunge che ”…. nella vinificazione è necessario ridurre la naturale acidità”. Mendola (1868) nel Catalogo riporta il Carricanti, coltivato a Riposto e nella pianura di Mascali, per vini bianchi o gialli. Di Rovasenda (1877) cita il Caricante, il Caricanti descritto dall’Odard (1859), il Caricante sinonimo di Nocera bianca una delle uve più diffuse in Sicilia e il Carricanti bianco da vino, sinonimo del Caricanti. Frojo (1871) cita tra i vitigni coltivati in Sicilia il Carricante bianco e lo giudica meno aspro del Nocera. Nello “Studio intorno ai vini ed alle uve d’Italia” (AA.VV, 1896) il Carricante è descritto come vitigno ad uva bianca, diverso dalla Nocera bianca e si afferma che è molto coltivato nelle province di Catania e Messina. Trentin (1895) riporta tra i vitigni ad uva gialla che in Sicilia hanno maggiore importanza il Carricante che con la Minnella si utilizza per la produzione dei vini bianchi dell’Etna. Cavazza (1914) nell’elenco dei cento vitigni italiani che descrive comprende il Carricante. Carpentieri (1922) afferma che il vitigno è insieme al Catarratto molto diffuso nella regione etnea. Cipriani et al. (2010) ipotizza che il Carricante è un incrocio naturale tra Mantonico pinto e Scacco varietà la prima non coltivata e la seconda un incrocio tra Forcese d’Ascoli e Dindarella.