Notizie storiche del vitigno Procanico nella regione Lazio
Giorgio Gallesio, 1833, scrive proposito della presenza del vitigno Procanico nel territorio di Montefiascone: “La più stimata di tutte le uve è il Brocanico, ossia l’Albano degli Aretini (Trebbiano fiorentino): non vi è in grande quantità perché si dice non produca quanto le altre uve”. Mengarini , 1888 non menziona per il circondario di Viterbo nessun altro Trebbiano ad eccezione di Terbbiano giallo. Per la zona della Tuscia romana menziona tra le bianche il Procanico ed un Toscanese (che potrebbe essere Trebbiano toscano o Malvasia ndr). Infine annovera il Procanico tra le uve coltivate a Montalto, Monteromano e Tarquinia. Questa stessa situazione è descritta da Mancini, (1893) che cita la presenza di un generico Trebbiano e di Procanico nel viterbese. Norberto Marzotto, 1925, relativamente alla grande famiglia dei Trebbiani distingue due gruppi: quelli a grappolo normalmente piramidale o conico allungato e serrato e quelli a grappolo normalmente conico, alato, rado o raramente un po’ serrato. In particolare tra i sinonimi cita Procanico, Brocanico, Albana di Arezzo e Trebbianone quest’ultimo nel territorio di Velletri: “Il Trebbianone che si trova coltivato nel circondario di Velletri corrisponde al Trebbiano Toscano di cui è sinonimo.” Zucchini M., 1961, parla una presenza contemporanea nel Viterbese del Procanico (12% delle uve bianche) e di altri vitigni simili. Carosi Demostene, 1971, menziona il Trebbiano toscano (Procanico) tra quelli più coltivati nell’alto Viterbese e presente nel disciplinare di produzione del vino “Est! Est!! Est!!! di Montefiascone”. Rita Marconi Cosentino, 1998, infine a proposito dell’area laziale scrive : “Diffusi erano il Cesanese…., il Procanico…”