Il dendrogramma non evidenzia vicinanze genetiche degne di nota. Il Caddiu bianco è collocato nel dendrogramma molto distante, vicino al Licronaxu e alle viti selvatiche, per la rarità di un allele presente nel suo profilo; tuttavia condivide con la Malvasia 22 alleli distribuiti in 19 loci su 22 e sembrerebbe esserci una correlazione non ancora del tutto chiarita ed in corso di approfondimento.
Non è una varietà di origine greca, come comunemente si ritiene. Un articolo di alcuni anni fa (Crespan et al., 2007) evidenziava come fosse difficile, sulla base dell’analisi del DNA nucleare, individuare la patria di origine di questo vitigno, anche se precedenti analisi svolte sul DNA dei cloroplasti (Arroyo et al., 2002) sembrano supportare l’ipotesi di un’origine del vitigno legata al Mediterraneo occidentale. Anche l’origine del nome, con il quale si indicano molti vitigni, anche neri, profondamente diversi tra loro, in questa logica, potrebbe essere oggetto di ulteriori indagini.
In Sardegna il vino di Malvasia è indicato in alcuni atti notarili del XV secolo (Notaio Giovanni Garau in Cagliari, del 1441), dove viene citato con un nome spagnolo: Jaumì. Il Moris lo cita come Vitis vinifera L. varietà ‘malvatica’, con una descrizione ampelografica assolutamente rispondente alla varietà attuale. Citata dal Manca dell’Arca, Angius la registra nell’Algherese, in Campidano, in Marmilla, Parteolla, Trexenta, Ogliastra e Sarcidano, nonché in tutti i paesi della Planargia. Il Cettolini la individua anche a Dorgali. Dei vini chiamati “marmaxia” sono presenti in altre aree del centro dell’isola, ma spesso si tratta di un vino dolce ottenuto da uve Nuragus. Oggi è fondamentalmente coltivato negli areali intorno a Bosa e in quelli intorno a Cagliari.