La Niedda Carta corrisponde per 22 SSR al vitigno Sciaccarello. Si colloca in un cluster in cui quasi tutte le varietà hanno trovato una corrispondenza fuori dall’isola: Ttunisi con Grec blanc de Semis, Sant’Anna con Grec Rouge, Claretta con Bourboulenc, Malaga falsa con Cinsaut, Uva nera di Mandas con Ciliegiolo, Grillo con Pagadebiti e Rollo. Vi è una vicinanza genetica molto stretta con il Martellato di Birori e il Grillo o meglio Grillu (che non corrisponde al Grillo siciliano) ed anche una compatibilità per un rapporto di parentela diretto con questi due vitigni.
Vitigno caratteristico dell’Ogliastra, della Barbagia di Seulo e del Sarcidano, diffuso soprattutto nei vecchi vigneti montani o di alta collina (spiegabile con la precocità di maturazione). La prima citazione nei documenti isolani è dell’Angius, che lo localizza nei comuni ogliastrini di Triei e Lanusei. Il Cettolini indica l’Ogliastra come zona di coltivazione e, nella sua relazione sui vini di Seui indica il Niedda carta come vitigno importante e particolare di questa zona, capace a fine ‘800 di produrre vini premiati nei diversi anni alle esposizoni nazionali ed internazionali di Roma, Bordeaux, Nizza, Torino e Palermo. Lo Sciaccarello, il vitigno corso compatibile con la Niedda carta, viene descritto per la prima volta dal conte Odart e successivamente anche da Viala e Vermorel. E’ incerta, secondo questi autori francesi dell’Ottocento, al contrario di quanto hanno affermato per il Carcajola, l’origine del vitigno. Non sono state trovate altre corrispondenze genetiche a questo vitigno nelle banche dati del DNA attualmente disponibili, e pertanto si può considerare anche questo un “unicum” del sistema sardo – corso.