Dolcetto: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Raimondi S.,Torello Marinoni D., D'Onofrio C., Schneider A., 2014. Dolcetto. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Dolcetto
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_484
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
73
nome ufficiale
Dolcetto N.
sinonimi
sinonimi ufficiali (1)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
  • Ormeasco (Liguria di Ponente)
sinonimi accertati (2)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
denominazioni errate (2)
denominazioni errate indicate dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati (15)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Risale al 1593 la prima nota citazione del Dolcetto (Nada Patrone in Comba, 1990), per la precisione dei “Dozzetti”, e si riferisce al divieto di anticipare la vendemmia nel territorio di Dogliani, nelle Langhe piemontesi, per cui se qualcuno avesse voluto vendemmiare qualche Dolcetto avrebbe dovuto chiedere un permesso ufficiale. Da questo brevissimo cenno si può già desumere come il Dolcetto, per la sua precocità di maturazione, potesse essere vendemmiato prima della maggior parte delle altre uve. Del resto il nome in vernacolo locale Duset o Dosset, poi italianizzato in Dolcetto, fa proprio riferimento al grado zuccherino raggiunto e alla acidità moderata di quest’uva, in Piemonte tra le prime uve nere tradizionali ad esser raccolte. Nuvolone (1798), nella sua famosa “istruzione” sulla coltivazione delle viti in Piemonte, annovera il Dolcetto fra le 16 uve nere di prima qualità, capaci di dare un vino “che riesce dolcissimo” e che migliora sensibilmente quello derivato da altre uve, come Zanello e Freisa. Anche il conte Gallesio (1817-39) dimostra di apprezzare il Dolcetto, sia per la sua fertilità e adattabilità a vari ambienti colturali, che per le doti enologiche.  Ai suoi tempi il vitigno era già parecchio diffuso in tutto il Piemonte meridionale, dal Saluzzese alle vallate dell’Appennino e nell’entroterra Ligure. Sinonimi storici sono Ormeasco, dal borgo di Ormea in Alta valle Tanaro, Uva di Monferrato nel Genovese e Nebbiolo nel sud-est del Piemonte, nome quest’ultimo che secondo l’autore “è stata da principio una frode di coloro che ne fanno commercio per dagli riputazione”.

Sempre del Gallesio è la prima descrizione del vitigno, accompagnata dalla bellissima e rispondente tavola di Bianca Milesi Mojon. Ad essa segue quella più dettagliata e tecnica di Dalmasso e collaboratori (1962) che ne ricordano anche alcuni sinonimi rivelatisi in realtà errati, tra cui Piedirosso, Refosco, Primitivo e Douce noire, a proposito del quale già Mas e Pulliat (1874-75) si erano accorti dell’errore.

diffusione & variabilità

La coltura del Dolcetto è distribuita tra Piemonte (5000 ha circa nel 2010, il 13% della superficie regionale) e Liguria (un centinaio di ha nel 2010, il 5%). A questi vanno aggiunti qualche decina di ha assegnati al Nebbiolo in Sardegna, zona dei Colli del Limbara presso Tempio Pausania, perché il vitigno lì coltivato è in realtà Dolcetto. Nel dopoguerra, con la ricostituzione post-fillosserica dei vigneti il Dolcetto ha trovato spazio nelle vallate alpine piemontesi e, moderatamente, in Valle d’Aosta per via del ciclo vegeto-produttivo breve e della conseguente buona riuscita nei climi freschi delle altitudini elevate. Viceversa nelle zone più calde, come in Liguria lungo la costa, l’uva appassisce rapidamente e perde le sue caratteristiche positive. Anderson a Aryal (2013) assegnano al Dolcetto globalmente 6333 ha nel 2010, il 99,5 dei quali concentrati in Italia, con 150 ha circa in Australia.

Non si sono osservate variazioni del colore o altre mutazioni somatiche del Dolcetto. Il Dolcetto bianco, indicato nei testi storici e recuperato tra i vitigni minori e rari piemontesi è un vitigno distinto. Il Dolcetto di Boca, presente nel nord Piemonte, corrisponde il realtà al Neretto duro o Balau mentre il cosiddetto Ducét vej (“Dolcetto vecchio”) è da identificare con il Cardìn, un altro vitigno minore piemontese di maturazione precoce. 

utilizzazione tecnologica

Oltre che per il taglio con altri vini, cui conferisce colore e morbidezza, il Dolcetto era considerato nel passato un vino da pasto di eccellente qualità, e tale rimane anche oggi, nel senso che raramente si presta ad un prolungato invecchiamento, anche se le sue caratteristiche organolettiche non mancano di personalità e piacevolezza. Viene consumato essenzialmente in Piemonte o in Italia e, malgrado si accompagni in alcuni luoghi a rinomatissimi vini a base di Nebbiolo, e dunque abbia ottime opportunità di esser conosciuto dagli stranieri,  non pare incontrare troppo il favore del pubblico internazionale.  Anche per l’elevata quantità di materia colorante della buccia non si presta affatto ad una vinificazione in bianco, e neppure per la produzione di vini novelli da macerazione carbonica, per via della tendenza del rachide ad appassire precocemente e degli acini a cascolare.

bibliografia (6)
autori anno titolo rivista citazione
Anderson K., Aryal N. 2013 Database of Regional, National and Global Winegrape Bearing Areas by Variety, 2000 and 2010. Wine Economics Research Centre, University of Adelaide.
Comba R., Dal Verme A. 1990 Repertorio di vini e vitigni diffusi nel Piemonte medievale Vigne e vini nel Piemonte medievale. Ed. L'Arciere, Cuneo.
Dalmasso G., Dell'Olio G., Ricci P. 1962 Dolcetto Principali vitigni da vino coltivati in Italia, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste (Roma), Volume II: 22.
Gallesio G. 1839 Pomona italiana, ossia trattato degli alberi fruttiferi. Capurro N., Pisa, 1817-1839
Mas A. e Pulliat V. 1876 Le vignoble G Masson. Paris
Nuvolone G. 1798 Sulla coltivazione delle viti e sul metodo migliore di fare e conservare i vini. Calendario georgico della Società Agraria di Torino.
aggiornamento 18/02/2021 10:13:03 (3 anni fa)