E’ indubbio che i “Moscatelli” (Muscatelli o Nuscatelli) sono tra i primi vini ad essere citati in Italia, così come in molti altri paesi viticoli. Uno dei più antichi riferimenti ai moscatelli in Italia (Pier de Crescenzii, ca. 1300) è coevo di un documento piemontese del 1303 che, riferendosi a Canale d’Alba (CN), cita un “bono e puro vino moscatello” insieme a un altrettanto “bono e puro vino nebiolio” (Comba e Dal Verme, 1990). Tra il 1300 e il 1400 le segnalazioni in tutto il Piemonte si fanno sempre più fitte, e si estendono alla vicina Valle d’Aosta (Comba e Dal Verme, 1990), mentre nell’entroterra di Taggia (in provincia di Imperia) si produceva un celebre moscatello commerciato via mare sicuramente del 1416 e ben presto destinato ai mercati di Gran Bretagna e Fiandre (Carassale, 2002).
Ovviamente non abbiamo prova di quale fosse il muscatel alla base di quei vini, ma è abbastanza probabile che proprio il Moscato bianco fosse il vitigno moscato all’epoca più diffuso sulle sponde settentrionali del Mediterraneo e nelle entroterre temperato-fresche, mentre il Moscato di Alessandria o Zibibbo, termicamente più esigente, prevaleva lungo le coste meridionali e nelle isole.