------ TESTI IN CORSO DI REVISIONE E COMPLETAMENTO ------
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L’Aglianico è uno dei più importanti vitigni della Basilicata e della Campania dove dà origine a tre importanti vini rossi a marchio DOCG (Aglianico del Vulture Superiore, Aglianico del Taburno, Aglianico di Taurasi), e numerose DOC e IGT. Nel corso del tempo l’Aglianico ed il suo vino, sono stati oggetto di particolare attenzione da parte di studiosi, viaggiatori, amanti del vino, giornalisti di settore. Ne è conseguita un’ampia letteratura molto spesso basata su conoscenze aneddotiche, piuttosto che su apparati documentari e/o su indagini sperimentali che molto spesso ha rappresentato un freno allo sviluppo di nuove conoscenze.
Il Registro Nazionale delle Varietà di Vite (RNVV), riporta le varietà: Aglianico n. (cod. 002) ed Aglianico del Vulture n. (cod. 266). Recenti studi basati su marcatori molecolari (De Lorenzis et al. 2013; Alba et al., 2011; Costantini et al., 2005) hanno evidenziato una sostanziale identità del profilo genetico delle due varietà iscritte al RNNV e proposto l'Aglianico del Vulture quale sinonimo di Aglianico.
Le origini dell’Aglianico sono tuttora fonte di dibattito (De Lorenzis et al, 2013; Costantini et al., 2005). Infatti, a causa dell’epoca relativamente tarda (XIV – XV secolo) in cui si cominciò a nominare i vitigni (Vouillamoz e Grando, 2006; Sefc et al., 1998) e della loro copiosità, la ricostruzione degli eventi che portarono alla comparsa di una determinata varietà può essere particolarmente difficoltosa. Ancor più dell’origine genetica dell’Aglianico, l’origine del nome Aglianico è fonte di particolare confusione, spesso dovuta a ricostruzioni aneddotiche, inesatte e fantasiose, forse innescate dalla presenza di numerose omonimie e sinonimie (Tabella 1) registrate da Carlucci (1904), nonché dalle complesse vicissitudini storiche dell’area in esame (Lombardi, 1840). Solo recentemente uno studio etimologico, di cui si dirà in seguito, ha affrontato la probabile origine del nome Aglianico (Dell'Aglio et al., 2016).
Tabella 1. Lista dei sinonimi riportati da Carlucci (1904).
Regione
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Località
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Denominazione
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Basilicata
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Provincia di Potenza
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Aglianico/-a, Agnanico, Gnanico
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Campomaggiore (PZ)
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Ellenico/-a
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Tolve (PZ)
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Uva dei Cani
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Campania
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Provincie di Avellino, Benevento, Napoli, Salerno
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Aglianico/-a, Agnanico, Gnanico
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Aglianico Trignarulo
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Calitri (AV)
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Agliatica
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Gesualdo (AV)
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Ellenico/-a
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Torre del Greco (NA); Taurasi (AV)
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Olivella de S.Cosmo = Aglianico femminile
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Provincie di AV e SA
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Tintora
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Caserta
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Uva nera
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Vallata e Castelfranchi (AV)
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Ghianna
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Roccaromana (CE)
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Glianica
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Pontelatone (CE)
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Lazio
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Ghianna
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Minturno (LT)
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Molise
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Ellanico
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Macchiagodena (IS)
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Ghiannara/Ghiandara
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Venafro, Pozzilli e Sesto Campano (IS)
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Puglia
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Agnanico di Castellaneta
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Mottola (TA)
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Uva di Castellaneta
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Francavilla Fontana (BR), Pulsano (TA)
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Uva dei Cani
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Corato (BA), Sogliano (LE)
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Tra i vini delle regioni prossime a Napoli, Andrea Bacci (1596) descrisse, nel libro V del “De Naturalis vinorum historia”, l’Aglianicum Vinum prodotto lungo le pendici del monte Somma che descrive come un vino intermedio tra il Mangiauerra ed il Lachrima vinum, anch’essi prodotti nella stessa area dell’Aglianicum. Successivamente, l’Acerbi nel 1825 nomina, tra i vitigni presenti nei dintorni di Napoli e nel suo orto botanico, le seguenti varietà: l’Aglianica, l’Aglianica vera, l’Aglianica Cola Giovanni, l’Aglianica sorcella. L’Acerbi non spiega se le diverse denominazioni possano essere riferite ad un’unica varietà oppure a varietà diverse.
Si deve al Carlucci (1904) (tomo V del “Traité Général de Viticulture – Ampélographie” di Viala e Vermorel) una prima completa descrizione della varietà Aglianico. Già nell’elencazione dei diversi sinonimi si riscontra che in epoca pre-fillosserica era un vitigno molto diffuso nell’attuale Campania, Basilicata, Puglia e Molise in cui a volte manteneva lo stesso nome in località anche molto distanti tra loro. Ad esempio, a Torre del Greco (NA), Taurasi (BN) e Campomaggiore (PZ) l’Aglianico era chiamato con il nome di Ellenica o Ellenico e con il nome di Ellanico a Macchiagodena (IS). Mentre era chiamato Uva dei cani a Tolve (PZ), Corato (BA) e Soleto (LE). Sarebbe interessante poter approfondire le ragioni dell’uso dello stesso sinonimo in aree così lontane.
Da un punto di vista ampelografico Carlucci descrive 5 biotipi: l’Aglianico comune, l’Aglianico S. Severino o di Lapio (Montemarano), l’Aglianico zerpoluso, l’Aglianichello (o Aglianichella o Aglianicuccia (Pozzuoli) o Aglianico Femminile (Campagna) ) e l’Aglianicone (Tabella 2).
Tabella 2. Principali caratteristiche ampelografiche dei biotipi di Aglianico descritti da Carlucci (1904) in Ampélographie di Viala e Vermorel.
Caratteristiche
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BIOTIPI DI AGLIANICO
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Comune
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S. Severino
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Zerpoluso
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Aglianichello
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Aglianicone
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Vigore
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Medio
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Elevato
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Medio
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Medio-basso
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Molto elevato
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Colore dello stelo del germoglio
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Verde
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-
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Rossastro
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Rossastro
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-
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Foglia
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Trilobata a volte pentalobata
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Trilobata o pentalobata
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Lobata
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Trilobata o pentalobata
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Trilobata
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Grappolo
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Medio conico o piramidale, alato
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Medio, cilindrico o leggermente conico
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Medio-grande
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Piccolo o medio, cilindrico o conico Acinellatura verde
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Grosso, piramidale, alato
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Acino
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Medio, sferico
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Sferico, pruinoso
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Grande, sferico blu
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Piccoli, sferici, pruinosi
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Grosso, tondo e pruinoso
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Maturazione rispetto all’Aglianico comune
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-
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Piu’ Precoce
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Simile
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Simile
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Piu’ Precoce
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Vino
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Robusto, colorato, conservabile
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Piacevole, Colorato, Mediamente alcolico
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Più alcolico, più fine e più delicato dell’Aglianico comune
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Mediocre
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La sintetica descrizione dei 4 biotipi, fatta da Carlucci (1904), non ci permette di chiarire se essi possano o no rappresentare altrettante varietà di vite. Il Carlucci, metteva anche in evidenza che nell’area del Vulture i vigneti erano costituiti quasi esclusivamente da Aglianico comune a differenza di altre aree in cui almeno uno degli altri biotipi poteva rappresentare anche fino ad 1/3 delle viti. La dettagliata descrizione dell’Aglianico comune fatta dal Carlucci ci permette però di rispondere, con un ragionevole margine di sicurezza, che l’Aglianico comune sia molto simile a quello attualmente coltivato nell’area del Vulture ed iscritto al Registro Nazionale della Varieta’ di Vite con il nome di Aglianico del Vulture (tabella 3).
Tabella 3. Sintesi della descrizione ampelografica riportata dal Carlucci (1904) e nel Registro Nazionale delle Varieta’ di vite per la varietà Aglianico del Vulture n. (cod. 266).
Organo
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Descrizione Ampelografica
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Carlucci (1904)
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Registro Nazionale Varietà di Vite
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Apice
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Cotonoso, con una ricca peluria bianca sulla pagina superiore ed inferiore delle prime 3-4 foglioline di colore verde-giallastro
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Fortissima densità di peli strisciante colore verde-giallognolo
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Foglia
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Media, pentagonale, 3-5 lobi, seni laterali superiori mediamente profondi, a volte presenza di un dente alla base. Seni laterali inferiori assenti o poco formati. Seno peziolare ad U, chiuso. Picciolo piu’ corto della foglia.
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Medio-piccola, pentagonale, 3-5 lobi. Seni laterali superiori sagomati ad U. Seni laterali inferiori poco pronunciati. Seno peziolare a V, chiuso. Picciolo piu’ corto della foglia.
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Grappolo
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Medio, poco serrato o serrato, conico o piramidale, presenza di due ali poco sviluppate, mancati nei grappoli piccoli che sono di tipo cilindrico. Peduncolo medio-corto, erbaceo o semi-legnoso alla base
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Medio-piccolo, mediamente compatto, conico o cilindrico, alato o semplice. Peduncolo corto, semi-legnoso.
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Acino
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Medio, sferico. (Buccia) poco spessa, coriacea, violetto scuro, tannica, pruinosa, resistente al marciume.
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medio-piccolo, sferico. Buccia di spessore medio, tenera, blu-nera, pruinosa, resistente al marciume.
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